Sulla pandemia richiamo all'unità del presidente della Repubblica
In un momento delicato come quello che l'Italia sta vivendo, le divisioni e i 'distinguo' sono pericolosi per la tenuta stessa di un paese impegnato, nella quotidianità, nella lotta al Coronavirus. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esce dalla logica della moral suasion e interviene chiamando a raccolta i vertici della Conferenza delle Regioni "per sollecitare una modalità di coordinamento" tra le diverse anime dello Stato. Un serie di appuntamenti fissati venerdì scorso e che vedrà salire al Quirinale oggi nel pomeriggio, anche i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati, sempre tenendo vivo il collegamento con palazzo Chigi, sentendo costantemente il premier Giuseppe Conte.
Il richiamo all'unità, alla responsabilità e soprattutto al confronto costruttivo, si erano intensificati negli ultimi giorni fino ad arrivare all'apice proprio ieri dal cimitero vilipeso di Castegnato, nel bresciano, durante la commemorazione dei defunti per Covid-19. Un monito durissimo del capo dello Stato, risuonato forte e chiaro in tutti i palazzi della politica. Stop a "egoismi, protagonismi e partigianerie per unire le forze di tutti e di ciascuno, quale che sia il suo ruolo e le sue convinzioni, nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese", aveva esternato Mattarella, auspicando ancora una volta che tutti gli attori – cittadini compresi – di questa lotta alla pandemia riscoprano quel 'senso civico di comunità' che rende forte la Repubblica.
Tutti devo fare il proprio mestiere, è l'esortazione, facendosi guidare dal faro costituzionale che difende la salute pubblica, senza la quale anche l'economia di un paese non esisterebbe. Mattarella prende in mano con vigore la situazione- senza mai entrare nel merito delle misure che il governo si appresta ad adottare- ma con la missione di contribuire affinché la Repubblica, nelle sue diverse articolazioni, funzioni. Insomma, è il ragionamento, la macchina dello Stato deve essere efficace e non abbandonata a elusioni e contrapposizioni. E l'astensione in Parlamento del centrodestra, su alcuni punti della risoluzione di maggioranza – che apre al varo del nuovo Dpcm per contrastare la pandemia – viene letto dal palazzo dei Papi come un 'segnale politico importante'.Ecco allora l'incontro con Toti e Bonaccini – in un primo momento fissato in presenza e poi rivisto a distanza dopo la positività al Covid-19 del governatore dell'Emilia Romagna – durante il quale Mattarella ha ribadito il ruolo decisivo delle Regioni nel fronteggiare la pandemia, auspicando la più stretta collaborazione tra tutte le istituzioni dello Stato. Il colloquio, ritenuto interessante e proficuo da ambe le parti, è stato salutato dai due governatori come un momento di ascolto fondamentale, per proseguire coesi nel fronteggiare una prova durissima.
"Ora più che mai serve mettere da parte appartenenze politiche o geografiche per pensare al bene del Paese – scrive sui social Bonaccini – Fermare il contagio e invertire la curva pandemica è la priorità: serve lavorare uniti, a maggior ragione oggi". Anche il presidente della Liguria si allinea confermando di aver garantito al Capo dello Stato "la più ampia collaborazione istituzionale, a tutti i livelli, per affrontare nel modo più pronto ed efficace la situazione di fronte alla quale ci troviamo".
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