Washington (Usa), 15 nov. (LaPresse/AP) – La deputata statunitense Gabrielle Giffords ha rilasciato la prima intervista televisiva da gennaio, quando fu ferita gravemente alla testa in una sparatoria a Tucson, in Arizona. Nell’attentato morirono sei persone e 13 rimasero ferite. La Giffords ha detto al programma di Abc ’20/20′ che non tornerà al Congresso fino a che non starà meglio. E’ apparsa felice, anche se talvolta ha difficoltà a parlare e il marito, l’astronauta Mark kelly, conclude le sue frasi. “Abbastanza bene… Difficile…”, ha risposto alla domanda sul suo stato di salute. “A cosa sta pensando?”, ha chiesto poi l’intervistatrice Diane Sawyer. “Africa”, ha ribattuto la Giffords. Kelly ha spiegato che stanno valutando una vacanza nel continente africano.

L’intervista è stata accompagnata da un video girato da Kelly per documentare la terapia della moglie. Nelle prime settimane la deputata faceva fatica a capire cosa era successo e non riusciva a comunicare. Col tempo ha imparato ad annuire, alzare due dita e sorridere. Quando il suo terapeuta le ha chiesto su cosa ci si siede ha risposto: “cucchiaio”. Solo dopo qualche minuto si è corretta e ha detto: “sedia”. Kelly ha detto di aver filmato i progressi fatti dalla moglie perché sapeva che avrebbe stupito gli scettici. “Gaby Giffords è troppo forte per farsi sconfiggere”, ha detto Kelly. In questi mesi la Giffords ha vissuto anche molti momenti difficili. Ad un certo punto del filmato si vede la deputata piangere tra le braccia del terapeuta, che la consola. Ora la Giffords cammina zoppicando e parla, anche se spesso non riesce a finire le frasi e ripete le parole per farsi capire.

Nel corso dell’intervista Kelly ha descritto la moglie come “coraggiosa e forte” e lei, guardandolo negli occhi, ha ripetuto: “forte, forte, forte”. Quando la giornalista ha chiesto alla Giffords se è arrabbiata per quello che le è successo la deputata ha risposto: “No, no, no. Vita, vita”. Infine sia la Giffords che Kelly si sono detti preoccupati che Jared Loughner, l’autore della sparatoria, non abbia ricevuto l’aiuto di cui aveva bisogno. “Se fosse stato curato – ha affermato Kelly – tutto questo probabilmente non sarebbe mai successo”. Intanto alcuni dei sopravvissuti alla sparatoria sono arrivati a Washington per testimoniare a favore di una legge che prevede un aumento di controlli sulla vendita di armi.

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