Le indagini della Danimarca hanno portato a parlare di "danni ingenti" causati da "potenti esplosioni"

Funzionari danesi hanno confermato che ci sono stati “danni ingenti” ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico al largo della Danimarca e che la causa del danno sono state “potenti esplosioni”, una conferma che arriverebbe insieme alle prime immagini delle falle, pubblicate da un giornale svedese. La polizia di Copenaghen ha affermato di aver svolto una serie di indagini preliminari su quelle che ha chiamato “le scene del crimine”, con l’assistenza delle forze armate danesi e in collaborazione, tra gli altri, con l’agenzia di sicurezza e intelligence danese. L’agenzia e la polizia hanno deciso di istituire un gruppo investigativo congiunto che gestirà le ulteriori indagini sugli incidenti, ha detto la polizia.

Il Cremlino: “Vogliono darci la colpa, assurdo”

L’indagine sull’incidente al gasdotto Nord Stream “per come appare dal punto di vista pubblico, almeno secondo le dichiarazioni che sentiamo, dalla Germania, dalla Francia e dalla Danimarca, è adattata a priori per addossare la responsabilità alla Russia. Questo è assurdo”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Mosca ha poi espresso “rammarico” per il fatto che “l’intero processo investigativo si stia svolgendo in una modalità molto, molto chiusa, senza interazione con la parte russa che è co-proprietaria di questo sistema di gasdotti”.

Le prime immagini della falla

Le prime immagini delle esplosioni sono state diffuse dal quotidiano svedese Expressen, filmate a 80 metri sotto il livello del Mar Baltico con un drone sottomarino. La parte di gasdotto fatta saltare sembrerebbe misurare almeno 50 metri, sottolinea il quotidiano.

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