Il presidente americano attacca il Cremlino: "Uniti con gli alleati continueremo ad aiutare gli ucraini, la strada della diplomazia rimane aperta se è seria"

Il presidente americano Biden, in diretta dalla Casa Bianca, ha risposto a Mosca dopo che ieri Putin ha riconosciuto le repubbliche separatiste del Donbass, dando ulteriore corpo alla possibilità di un attacco in Ucraina.  Il leader americano ha annunciato una serie di sanzioni contro Mosca, più dure di quelle adottate nel 2014. Per Biden, Putin ha iniziato a dispiegare le truppe nelle repubbliche riconosciute dando il via a una vera e propria invasione violando le leggi internazionali. Secondo la Casa Bianca la Russia potrebbe decidere di lanciare attacchi contro varie città ucraine, “compresa la capitale Kiev”

Il presidente americano ha parlato di risposte da adottare insieme a partner e alleati, facendo spesso riferimento a una risposta unitaria per aiutare Kiev e per frenare Mosca:”Difenderanno ogni centimetro di territorio Nato” ha detto Biden.  Il pacchetto anti-Russia consta di sanzioni contro due istituzioni finanziarie russe, contro il debito sovrano e contro le elite russe. Intesa con la Germania: “Lavoriamo con Berlino per essere sicuri che il Nord Stream 2  non parta, lo ripeto, non venga avviato” ha incalzato Biden. Il presidente americano ha poi annunciato il dispiegamento di ulteriori forze militari nei Paesi Baltici: il motivo è contrastare al meglio le truppe russe presenti in Bielorussia. Una mossa che però, precisa Biden, non deve essere vista come un’aggressione a Mosca: “Non vogliamo colpirla o attaccarla“.

In chiusura Biden ha ribadito l’unità coi leader europei dicendo di lavorare all’unisono e di considerare l’opzione diplomatica ancora sul tavolo, solo però se attuata in maniera seria.

 

Putin in conferenza stampa: Kiev rinunci a entrare nella Nato 

 “La miglior decisione che l’Ucraina potrebbe prendere è rinunciare ad aderire alla Nato“. Lo ha dichiarato il presidente russo, Vladimir Putin, in conferenza stampa nel pomeriggio di martedì. “Sarebbe soluzione a questo problema in modo che anche i nostri colleghi nei Paesi occidentali non perdano la faccia, le stesse autorita’ di Kiev si rifiutino di aderire alla Nato, e di fatto, prendano la strada della neutralità”. Riguardo agli accordi di Minsk che hanno garantito una tregua dopo la lunga crisi e guerra di Crimea, Putin ha affermato: “sono morti, non esistono più.  “Sono stati uccisi”, ha aggiunto, “molto prima che la Russia decidesse di riconoscere le autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass”.  Per mettere fine alla crisi in corso, secondo Putin, Kiev dovrebbe rinunciare all’adesione all’Alleanza e assumere uno “status neutrale”. Putin ha anche chiesto che la Crimea sia riconosciuta a livello internazionale come parte della Russia, descrivendo l’annessione del 2014 come una conseguenza della volontà popolare locale, in un paragone con il voto sull’indipendenza del Kosovo. L’annessione è stata ampiamente condannata dalle potenze occidentali, considerata una violazione della legge internazionale.

Nato, c’è ancora spazio per la diplomazia ma la Russia prepara attacco su vasta scala 

La Russia ha ancora la strada della diplomazia, siamo pronti ancora adesso a sederci intorno a un tavolo e parlare con la controparte russa”. Queste le parole del segretario della Nato, Jens Stoltenberg, dopo il consiglio straordinario Nato-Ucraina. “Continuaiamo a chiedere alla Russia di fare passi indietro e non dei passi avanti in senso negativo” e “andiamo avanti con tutti gli sforzi diplomatici possibili” ha detto Stoltenberg, “È una crisi innescata dalla Russia”. Che ha poi aggiunto come la Nato sia  “solidale con la popolazione ucraina e il governo”, continueremo a supportare l’Ucraina politicamente e a “livello economico”.

 “Tutte le indicazioni dicono che la Russia sta continuando a pianificare un attacco su vasta scala dell’Ucraina“. Ha ammonito il capo dell’Alleanza atlantica. In Ucraina si assiste a “un aggravamento della situazine, un’ulteriore invasione di un paese già invaso”, ha tenuto a sottolineare Stoltenberg. “Dobbiamo ricordarci – ha precisato – che la Russia, ha già invaso l’Ucraina nel 2014, quindi c’è già una presenza russa nel Donbass”. Si tratta di aree “che sono già state soggette a invasione e sono quelle invase di nuovo” dalla Russia, ha precisato ancora.

Casa Bianca, è in corso un’invasione

La Casa Bianca ha iniziato oggi a riferirsi al dispiegamento di truppe russe nell’Ucraina orientale come a un'”invasione” dopo aver inizialmente esitato a usare il termine, una linea rossa che il presidente Usa, Joe Biden, ha affermato che avrebbe portato gli Stati Uniti a imporre severe sanzioni contro Mosca. “Pensiamo che questo sia, sì, l’inizio di un’invasione, l’ultima invasione della Russia in Ucraina”, ha affermato Jon Finer, principale vice consigliere per la Sicurezza nazionale. “Un’invasione è un’invasione ed è ciò che è in corso”, ha precisato.

 La Casa Bianca ha deciso di iniziare a riferirsi alle azioni della Russia come a un'”invasione” a causa della situazione sul posto, secondo un funzionario statunitense che ha parlato a condizione di anonimato. L’amministrazione ha inizialmente evitato di usare questo termine, parlando di dispiegamento di truppe perché la Casa Bianca voleva vedere cosa avrebbe effettivamente fatto la Russia. Dopo aver valutato i movimenti delle truppe russe, è diventato chiaro che si trattasse di una nuova invasione, ha aggiunto il funzionario.

Scholz, interrotto processo certificazione Nord Stream 2

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha riferito che la Germania ha adottato misure per interrompere il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2. La mossa, ha riferito il cancelliere ai giornalisti questa mattina a Berlino, arriva come risposta del suo governo dopo le azioni di Mosca in Ucraina.

Due soldati ucraini uccisi

Due soldati ucraini sono stati uccisi da bombardamenti durante la notte e altri 12 sono rimasti feriti. Lo riferisce il Guardian, citando il rapporto Joint Forces Operation del ministero della Difesa dell’Ucraina. A seguito del bombardamento, due membri del personale di servizio ucraino sono morti per ferite da schegge mentre 12 membri del personale di servizio sono rimasti feriti e stanno ricevendo cure, ha aggiunto il ministero della Difesa ucraino.

Il Cremlino ha fatto un altro passo verso la rinascita dell’Unione Sovietica. Con il nuovo patto di Varsavia e il nuovo muro di Berlino. L’unica cosa che ci separa da questo è l’Ucraina e l’esercito ucraino”. Lo ha affermato il ministro della Difesa dell’Ucraina, Oleksii Reznikov in un appello rivolto alle forze armate di Kiev, pubblicato su Facebook. 

 

Consiglio Onu urgente

“I decreti del presidente Putin che ordinano una cosiddetta missione di mantenimento della pace nelle cosiddette repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk sono un’altra vera e propria aggressione contro l’Ucraina, una violazione della sua integrità territoriale e sovranità. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu dovrebbe essere convocato al più presto”. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, in un tweet. Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Rosemary DiCarlo, ha aperto la riunone del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite avvertendo che “il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi”. 

Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Rosemary DiCarlo, ha aperto la riunone del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite avvertendo che “il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi”.

 

“Russia aperta alla diplomazia”

“La Russia è aperta alla diplomazia ma non permetterà un nuovo bagno di sangue nel Donbass”. Lo ha detto l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia all’Onu, parlando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nebezia ha esortato gli Stati Uniti e le altre nazioni occidentali a “non peggiorare la situazione”.

La Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento russo) ha ratificato all’unanimità i trattati di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca introdotti dal presidente russo Vladimir Putin con le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk (DPR e LPR). Lo riporta la Tass. I documenti sono stati firmati da Putin e dai leader delle repubbliche Denis Pushilin e Leonid Pasechnik. 

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