In cella coi bambini piccoli: "I Talebani non ci fanno visitare da medici se stiamo male"

Col ritorno al potere dei Talebani molte donne che erano ospitate in centri di accoglienza per vittime di violenze domestiche, creati negli ultimi anni in Afghanistan, sono state trasferite in carcere. Associated Press è riuscita ad entrare all’interno della prigione di Pul-e-Charkhi a Kabul e incontrare alcune delle detenute, in cella assieme ai loro bambini. Anche prima del ritorno degli estremisti islamici al governo le donne afgane rischiavano grosso se non seguivano regole o tradizioni della cultura arcaica locale: ritenute responsabili di aver disonorato la famiglia potevano (e possono) essere arrestate se scappavano da un matrimonio forzato e anche uccise solo per aver sposato l’uomo che amavano.

Mujdha ha appena partorito in cella

Mujdha è una di queste donne e ha partorito in carcere una bimba solo due settimane fa: è stata arrestata dai talebani insieme al padre di sua figlia. La famiglia infatti l’aveva consegnata a un altro uomo, ma lei è scappata due mesi dopo le nozze forzate ed è ritornata dal suo precedente compagno. “Se stiamo male non ci fanno nemmeno visitare da un medico”, denuncia la giovane riferendosi ai talebani. “Se una donna ha un marito e scappa, la gente lo denuncia e sarà detenuta”, ha spiegato ad Ap il mullah Abdullah Akhund, il direttore della prigione talebana. 

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