Scontri durissimi. Maduro ha fatto chiudere i confini impedendo l'ingresso degli aiuti umanitari convinto che preludano all'attacco degli Stati Uniti. È guerriglia alla frontiera
Almeno due persone, tra cui un ragazzo di 14 anni, sono state uccise sabato al confine tra Venezuela e Brasile, dove l'esercito venezuelano sta bloccando convogli di aiuti umanitari. "Le due morti sono il risultato della repressione dell'esercito durante gli scontri a Santa Elena de Uairén, entrambe le vittime sono state uccisi a colpi d'arma da fuoco", ha reso noto Olnar Ortiz, un attivista della ONG Foro Penal, oppositrice del governo di Caracas.
Il braccio di ferro sugli aiuti umanitari in Venezuela è arrivato al giorno cruciale e si sta consumando principalmente al confine con la Colombia. Juan Guaido, il leader dell'opposizione venezuelana autoproclamatosi presidente ad interim lo aveva annunciato: gli aiuti internazionali entreranno sabato, costi quel che costi. Ma il capo dello Stato socialista Nicolas Maduro, convinto che l'ingresso degli aiuti stranieri sia il preludio di un intervento militare degli Stati Uniti, alla vigilia ha sigillato la frontiera, ordinando venerdì la chiusura di tutti i ponti di collegamento con la Colombia.
La reazione degli Usa – "Denunciamo il rifiuto di Maduro di lasciare che l'assistenza umanitaria raggiunga il Venezuela. Quale tiranno malato ferma il cibo non permettendo che raggiunga il popolo affamato? Le immagini dei camion bruciati pieni di aiuti sono ripugnanti". Così su Twitter il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, a proposito del presidente venezuelano socialista Nicolas Maduro, che ha fatto di tutto per bloccare gli aiuti internazionali voluti dall'opposizione guidata da Juan Guaido. "Gli Usa condannano gli attacchi contro i civili in Venezuela perpetrati dai criminali di Maduro", ha scritto ancora Pompeo, chiedendo giustizia per i morti e feriti.
A questo punto alla frontiera si è creata una situazione drammatica. Diversi membri delle forze di sicurezza venezuelane hanno disertato passando in Colombia: sono 11 membri della Guardia nazionale e due poliziotti, secondo l'agenzia per l'immigrazione colombiana. Tre hanno disertato forzando una delle barriere di sicurezza del ponte Simon Bolivar. Intanto violenze fra agenti e manifestanti in due città di confine: su due dei quattro ponti che collegano Venezuela e Colombia, cioè il ponte Simon Bolivar a San Antonio del Tachira e il ponte Francisco de Paula Santander a Ureña, i militari di Maduro hanno usato lacrimogeni per bloccare i manifestanti che volevano dirigersi verso la Colombia per agevolare il passaggio degli aiuti. Con un bilancio di almeno due vittime per gli scontri di sabato. A lanciare il via all'ingresso degli aiuti è stato Guaido in persona, parlando vicino al ponte di confine di Las Tienditas, di collegamento fra Ureña e Cucuta, bloccato da inizio febbraio con dei container installati dall'esercito venezuelano.
Poco dopo su Twitter ha annunciato: "È GIA' ENTRATO il primo carico di aiuti umanitari dalla nostra frontiera con il Brasile". E successivamente ha garantito che pure "i camion di aiuti umanitari provenienti dalla Colombia sono già in territorio venezuelano". Venerdì Guaido era arrivato in Colombia a Cucuta, dove da giorni vengono raccolti gli aiuti arrivati dagli Usa, in occasione del mega-concerto pro aiuti 'Venezuela Live Aid' organizzato da Richard Branson. Il tutto sfidando l'ordine giudiziario che gli vietava di lasciare il Venezuela: "siamo qui perché anche le forze armate hanno partecipato" aiutandoci, ha sottolineato il 35enne leader dell'opposizione, in camicia bianca. A Caracas intanto, rispondendo all'appello di Maduro a "difendere la nostra indipendenza, con coscienza e allegria", centinaia di sostenitori del governo chavista sono scesi per le strade scandendo slogan come 'Yankee Go Home', evidenziando che rifiutano un intervento militare Usa. Maduro, parlando ai suoi, ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con quello che ha definito "il governo fascista della Colombia", dando ad ambasciatori e consoli 24 ore di tempo per lasciare il Paese.
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