Un bambino inglese affetto da una malattia incurabile cerca di ottenere il trasferimento al Bambin Gesù. Un caso molto simile a quello di Charlie Gard

"Attiro l'attenzione di nuovo su Vincent Lambert e sul piccolo Alfie Evans, e vorrei ribadire e fortemente confermare che l'unico padrone della vita, dall'inizio alla fine naturale, è Dio! E il nostro dovere, il nostro dovere, è fare di tutto per custodire la vita". Papa Francesco aspetta la fine dell'udienza generale del mercoledì per lanciare un nuovo appello per Alfie Evans, bimbo di circa due anni affetto da una malattia neurodegenerativa di cui non si sa nulla, ricoverato all'Alder Hey Children's Hospital di Liverpool.

A settembre i medici dell'ospedale pediatrico della Santa Sede, Bambino Gesù, come fecero anche per Charlie Gard, lo hanno visitato e hanno dato la disponibilità all'accoglienza, proponendo un piano terapeutico per l'accompagnamento, con la terapia del dolore. Prima le richieste all'ospedale di mantenere in vita il bimbo, poi il ricorso davanti a una corte d'appello inglese per il trasferimento sono stati respinti dai giudici.

Secondo i tribunali del Regno Unito e i medici che hanno in cura Alfie, proseguire i trattamenti non comporta nessuna speranza di guarigione e infligge al bambino un accanimento terapeutico inutile e doloroso. I genitori però non si danno per vinti e il papà, Thomas, oggi ha incontrato il Pontefice per cercare di ottenere l'asilo del Vaticano per il bimbo. Il caso è molto simile a quello di Charlie Gard, un altro bimbo inglese affetto da una malattia incurabile, che i genitori hanno cercato – senza riuscirci – di far trasferire al Bambin Gesù, dove era stata preparata una terapia ad hoc.

Al termine del Regina Coeli domenica scorsa, Papa Francesco era tornato sul caso di Alfie, citando anche quello del francese Vincent Lambert, al quale l'ospedale di Reims ha annunciato di voler staccare le macchine che lo tengono in vita. "Sono situazioni delicate – aveva detto il Pontefice – molto dolorose e complesse. Preghiamo perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l'apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita". Il 4 aprile scorso il Papa in un tweet aveva chiesto di fare "tutto il necessario per continuare ad accompagnare con compassione il piccolo Alfie Evans" e di ascoltare "la profonda sofferenza dei suoi genitori".

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