Ginevra (Svizzera), 26 gen. (LaPresse/AP) – Il governo siriano ha accettato che donne e bambini “lascino immediatamente” le aree di Homs assediate dalle truppe. Lo ha annunciato l’inviato speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi, a seguito dei colloqui con le parti alla conferenza di Ginevra 2 in corso in Svizzera. Brahimi ha ammesso che l’accordo raggiunto tra le due fazioni impegnate nel conflitto siriano è un piccolo passo, ma si tratta del primo risultato concreto dei negoziati in corso, su cui le aspettative sono molto modeste. Domani i colloqui faccia a faccia proseguiranno, ha detto, e i delegati continueranno a parlarsi non direttamente, ma attraverso la sua mediazione. L’inviato speciale ha anche annunciato che il governo di Damasco ha chiesto all’opposizione di fornire le liste dei detenuti in mano ai diversi gruppi armati e la richiesta è stata accettata.

Brahimi ha dichiarato che “portare la Siria fuori dal burrone in cui è caduta richiederà tempo”. “Penso che essere troppo lenti sia una via migliore che andare troppo veloci. Se corri, puoi guadagnare un’ora e perdere una settimana”, ha detto Brahimi. Nel conflitto civile siriano sono morte più di 130mila persone. Homs è stata una delle prime aree a essere travolte dal conflitto armato, nel 2011. I quartieri della città vecchia sono stati più volte bersaglio delle offensive del governo, le cui truppe volevano riprenderne il controllo dalle forze ribelli. Prima della guerra nella città viveva un milione di persone, mentre ora la gran parte di esse è fuggita. Secondo gli attivisti, circa 800 famiglie sono intrappolate senza accesso a cibo, medicinali e beni di prima necessità. Intanto, oggi ci sono stati pesanti combattimenti nel quartiere Qadam di Damasco, dove ieri almeno 35 fra ribelli e soldati sono rimasti uccisi, ha fatto sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

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