Canberra (Australia), 26 gen. (LaPresse/AP) – Prima vittima della nuova campagna australiana contro gli squali, che secondo le autorità ridurrà il numero di attacchi contro i bagnanti e che per gli ambientalisti sarà un inutile massacro di animali. Uno squalo è stato ucciso al largo della costa dello Stato di Australia Occidentale, dove ieri sono state posate esche in corrispondenza di popolari spiagge. L’obiettivo è uccidere gli squali bianchi, leuca e tigre più lunghi di tre metri. Le autorità la ritengono una risposta ai sette attacchi mortali contro l’uomo avvenuti nel corso di tre anni. Il portavoce del governo Simon Beaumont ha detto che il primo squalo è stato ucciso da un pescatore assoldato dal governo, al largo di Castle Rock vicino a Dunsborough, 250 chilometri a sud di Perth. L’animale ucciso era più lungo di tre metri ed era di una delle tre specie cacciate, sebbene non sia stato reso noto di quale.

Un pescatore ha raccontato di aver sparato all’animale e di aver abbandonato la carcassa in mare. La nuova politica ha causato proteste in Australia, spingendo migliaia di persone a dimostrare sulle spiagge di Perth. Gli ambientalisti sostengono non esista alcuna prova che la campagna ridurrà il numero degli attacchi, ma che al contrario essa darà una falsa percezione di sicurezza ai bagnanti che quindi affronteranno maggiori pericoli. “Pensare che stiamo sprecando questa opportunità di tracciare e scoprire di più su queste creature, che le stiamo semplicemente massacrando e gettando via… È un tale spreco di vita”, ha detto Rae Threnoworth, del gruppo Sea Shepherd, a Ten Network television.

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