Beirut (Libano), 14 lug. (LaPresse/AP) – Nel massacro del villaggio siriano di Tremseh di giovedì scorso sono stati presi di mira gli oppositori del regime. È quanto hanno dichiarato gli osservatori delle Nazioni unite che oggi hanno visitato il luogo della strage. L’attacco, comunicano in una dichiarazione, “sembra aver colpito specifici gruppi e case, principalmente di disertori dell’esercito e attivisti”. In molte case gli osservatori hanno trovato sangue e pallottole, ma non possono confermare ancora il numero esatto delle vittime. È evidente tuttavia, si legge nella nota, che l’operazione è stata condotta giovedì utilizzando artiglieria, mortai e armi leggere. Il generale Robert Mood, a capo della missione, ha detto ieri che osservatori che si trovavano nelle vicinanze hanno visto carri armati ed elicotteri del governo durante l’attacco.

Dai dettagli nel villaggio sembra che, piuttosto che il bombardamento di civili che l’opposizione ha denunciato, si sia verificato un combattimento squilibrato tra l’esercito alla ricerca di oppositori da un lato e attivisti e abitanti dall’altro, nel tentativo di difendere il villaggio. Quasi tutte le persone morte sono infatti uomini, tra cui decine di ribelli armati. Il bilancio delle vittime varia da 103 a 152 a seconda della fonte, inclusi i corpi già sepolti. Secondo gli attivisti il numero crescerà perché molte persone sono ancora disperse e credono che i cadaveri potrebbero essere stati buttati nel vicino fiume Oronte.

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