(Finanza.com) Ancora dati macroeconomici negativi dall’Europa, più di quanto atteso, a raffreddare i timidi tentativi di reazione dei mercati azionari. Il riferimento è ai risultati del sondaggio Zew pubblicato ieri in Germania ma anche ai dati sull’inflazione in Cina resti noti stamane. I prezzi al consumo nella Repubblica popolare sono saliti dell’1,6% a settembre, il dato più debole da inizio 2010. “La debolezza di questi dati – è il commento di Michael Hewson chief market analyst di CMC Markets UK – insieme con la revisione al ribasso delle stime di crescita del governo tedesco per il 2014-2015, potrebbe far sperare in un ammorbidimento delle posizioni della Germania riguardo ulteriori misure di stimolo Tuttavia queste rimangono molto improbabili considerando la crescente opposizione alle misure già adottate”. Nelle ultime settimane le frizioni tra il governatore della Bce Mario Draghi e il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann sono aumentate e “la possibilità che la Bce vada oltre le misure già annunciate rimangono basse, in special modo dopo che la Corte di Giustizia europea ha rimandato qualsiasi decisione sulle Omt a dopo il 14 gennaio”. Con la Bce ferma ai box e uno scenario di dati economici in deterioramento “sarà difficile assistere a un rally significativo da parte delle azioni a meno che gli utili e le guidance societarie vadano oltre il consensus non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa”.

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