Lo rivela un'indagine di The European House - Ambrosetti

The European House – Ambrosetti, come riporta Tpi, ha realizzato un modello di valutazione d’impatto di due possibili alternative regolatorie per la gestione dei sistemi di pompaggio in Italia ancora poco sfruttati per la produzione delle energie rinnovabili.

In Italia, ad oggi, sono presenti 22 impianti di pompaggio, con una potenza massima di assorbimento pari a circa 6,5 GW e una potenza massima di produzione pari a circa 7,6 GW. Complessivamente, la capacità di stoccaggio è pari a 53 GWh. A livello geografico, i 22 impianti di pompaggio sono localizzati prevalentemente al Nord: ben 14 (66,7% del totale). Inoltre, l’84% della capacità di stoccaggio è concentrata nei 6 maggiori pompaggi idroelettrici, di cui 4 al Nord e 2 nel Mezzogiorno.I due modelli analizzati per la regolazione dei pompaggi idroelettrici in Italia sono il modello ‘in parte a mercato’ e il modello ‘Declinazione DCO 393 ARERA’.

Nello specifico, questi due modelli alternativi mostrano differenti meccanismi di retribuzione per il gestore dell’impianto di pompaggio. Il modello ‘in parte a mercato’, come emerge dalle analisi, prevede un esborso annuo a copertura del premio annuo fisso per l’operatore pari a 640 milioni di Euro, inferiore a quello previsto dal modello ‘delinazione DCO 393 ARERA’ pari a 760 milioni di Euro.

Emerge, quindi, come il modello ‘in parte a mercato’ riesca – con un costo per il consumatore finale inferiore rispetto al modello ‘Declinazione DCO 393 ARERA – a incentivare maggiormente la gestione efficiente da parte dell’operatore del sistema di pompaggio, sia tramite il rispetto dei segnali provenienti dal mercato spot che mediante una modulazione nel valore degli incentivi (grazie ai meccanismi di mercato presenti).

Infine, guardando all’intero orizzonte temporale sui 30 anni di esercizio del pompaggio idroelettrico nel modello considerato, emerge come il modello in parte a mercato comporti un esborso monetario pari a oltre 19 miliardi di Euro, rispetto ad un esborso monetario pari a quasi 23 miliardi di Euro nel caso del modello ‘Declinazione DCO 393 ARERA’. In altre parole, il modello in parte a mercato è in grado di garantire un risparmio economico per i consumatori pari a 3,6 miliardi di Euro.

 “I pompaggi idroelettrici sono una risorsa strategica per il Paese al fine di rendere il sistema elettrico nazionale più sicuro, resiliente e sostenibile, facilitando la penetrazione delle energie rinnovabili ed il raggiungimento degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione. Per questo motivo abbiamo ritenuto indispensabile inserire nel nostro piano di sviluppo delle fonti green, che prevede di portare la capacità rinnovabile del Gruppo da 2 GW a 6 GW al 2030, una quota di nuova capacità di pompaggio idroelettrico, pari ad almeno 600 MW nell’arco di piano, dislocata nel Sud Italia”, dichiara Marco Stangalino, Executive Vice-President di Edison e Direttore Power Asset. “La definizione di un nuovo quadro regolatorio avrebbe l’effetto di sbloccare investimenti, in particolare nel Mezzogiorno vicino ai centri di produzione rinnovabile, che sono necessari al raggiungimento dei target europei di decarbonizzazione e di cui beneficerebbe una filiera che è interamente italiana”.

“L’attuale crisi energetica ci pone di fronte a un bivio: accrescere gli investimenti nelle risorse strategiche presenti sul nostro territorio o continuare a essere esposti agli shock esogeni che impattano sul mercato dell’energia”, dichiara Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Scenari e Intelligence di The European House -Ambrosetti. “Gli impianti di accumulo, ed i pompaggi idroelettrici in particolare, hanno un ruolo cruciale per il processo di decarbonizzazione e rappresentano degli asset distintivi, grazie alla capacità di gestire una risorsa scarsa come l’acqua, ad una bassa dipendenza da materie prime critiche e alla presenza di una filiera industriale italiana. Per cogliere a pieno i benefici e dispiegare tutto il potenziale associato a questa tecnologia, è però necessario garantire un quadro regolatorio che minimizzi il costo per il consumatore finale e incentivi ad una gestione più efficiente”. 

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