Il rappresentante italiano ad Ankara in un'intervista a Relazioni Internazionali di Tribuna economica

Le maggiori crisi globali e regionali degli ultimi anni stanno avendo un impatto significativo anche in Turchia. Tuttavia, proprio in questo momento di grande instabilità ritengo che la Turchia costituisca uno stabile e affidabile partner commerciale per l’Italia. Nonostante le incertezze, il commercio tra Roma e Ankara non solo non si è ridotto, ma si è pure rafforzato, come registrato nel corso dell’incontro a Istanbul il 20 gennaio scorso tra il Presidente del Consiglio e il Presidente Erdogan”. A dirlo è Giorgio Marrapodi, Ambasciatore d’Italia in Turchia, in un’intervista a Relazioni Internazionali di Tribuna economica. “Secondo i primi dati, nel 2023 l’interscambio tra i due Paesi è stato di più di 25 miliardi di euro, confermando l’Italia come primo partner commerciale della Turchia nell’area mediterraneo e secondo tra i Paesi dell’Unione europea – aggiunge – L’obiettivo è raggiungere presto i 30 miliardi di euro.  I dati dell’interscambio evidenziano a questo proposito l’elevato grado di interconnessione e complementarietà delle due economie e le opportunità che ne derivano per le aziende italiane”.
 “La Turchia continua ad attrarre investimenti dall’Italia. Il Paese è dotato di un forte potenziale grazie a una manodopera giovane, sempre più specializzata e relativamente poco costosa – continua Marrapodi – La Turchia dispone di una solida base manifatturiera e industriale e una rete di collegamenti interni in costante miglioramento, oltre ad aver creato delle c.d. “free trade zones” dotate di un regime fiscale agevolato. In questo contesto, la Turchia acquista una particolare importanza soprattutto in chiave di “near shoring” e “re-shoring” delle catene del valore dall’Estremo oriente all’Europa. Inoltre, grazie alla sua collocazione geografica e ai suoi collegamenti, costituisce potenzialmente un hub strategico per la penetrazione in nuovi mercati, quali quelli del Caucaso, dell’Asia Centrale e dell’Africa. Anche per questi motivi, gli investimenti dall’Italia hanno raggiunto a fine 2022 la cifra di 6 miliardi di euro. Non si tratta comunque di un rapporto a senso unico: anche gli investimenti dalla Turchia crescono ogni anno di più. Lo stock di Ide turchi in Italia ammontava a 695 milioni di euro nel 2022. Per quanto riguarda invece i flussi di Ide dalla Turchia, sono in costante aumento”.
“La Turchia guarda con grandissima attenzione al tema della transizione verde – assicura l’ambasciatore –  Le opportunità per le aziende italiane nel settore sono quindi notevoli, considerando anche l’ottima reputazione che queste hanno in Turchia grazie alla loro professionalità e qualità dei loro prodotti.  Si tratta di un elemento che cercheremo di valorizzare nel corso della Commissione congiunta economico-commerciale (Jetco), in via di calendarizzazione: un palcoscenico di altissimo livello per discutere anche di questi temi”. Quanto alla candidatura della Turchia all’Unione europea “L’Italia ha sempre sostenuto a livello comunitario il processo di adesione della Turchia all’Ue – sottolinea – Vi sono ampi margini, attraverso il dialogo, per puntare a consolidare questo percorso”.

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