Secondo Marco Cuchel, presidente dell’Anc, "si rischia di vanificare gli effetti del concordato preventivo biennale"

Grido d’allarme dei commercialisti italiani sul nuovo calendario fiscale per il 2024. “Un ingorgo di scadenze che metterà in forte difficoltà imprese e professionisti. Ma soprattutto rischia di vanificare quelli che sono gli obiettivi del governo rispetto al nuovo istituto del concordato preventivo biennale, una modifica necessaria per poter essere efficace anche in termini di gettito”. Così Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle proposte per un “Calendario fiscale 2024 sostenibile” formulate da Anc, Adc, Andoc, Fiddoc e Unico insieme a Confimi imprese e Assosoftware, che si è svolta all’hotel Nazionale a Roma.

“La riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre aliquote – ha proseguito Cuchel – determinerà un risparmio fiscale di poche centinaia di euro per ditte individuali e famiglie. Bisogna invece prevedere una riduzione del carico fiscale ben più importante per rilanciare l’economia del Paese ma soprattutto renderla strutturale e non estemporanea come è avvenuto quest’anno”.

Sulle criticità del calendario fiscale si è espresso Mario Pedrazzini, vicepresidente Assosoftware: “Nei prossimi mesi vedremo attuarsi una triplice convergenza: una contrazione dei termini per la presentazione dei redditi al 30 settembre; l’inserimento di un nuovo adempimento come il concordato biennale preventivo; infine una compresenza di flussi di informazione che devono arrivare all’Agenzia delle Entrate sia per il concordato che per le dichiarazioni. L’insieme di questi tre fattori causerà una congestione del calendario fiscale che non era nello spirito della riforma”.

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