Dall'indagine annuale di Mediobanca emerge che i giganti della Rete come Tencent, Microsoft e Alphabet valgono oltre 10 volte la Borsa Italiana

Nel 2022 circa un terzo dell’utile ante imposte delle maggiori WebSoft mondiali è tassato in paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 13,6 miliardi di euro nel 2022 e di 50,7 miliardi di euro cumulati nei quattro anni 2019-2022. L’aliquota media risulta pari al 15,1% nel 2022, inferiore a quella teorica del 21,9%. È quanto si legge nell’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali Software & Web dell’Area Studi Mediobanca. Nel periodo 2019-2022 la tassazione in Paesi a fiscalità agevolata ha determinato per Tencent, Microsoft e Alphabet un risparmio fiscale rispettivamente di 19,2 miliardi di euro, 12,3 miliardi di euro e 7,1 miliardi di euro. Dal 2024 dovrebbe diventare operativa anche in Italia la Global minimum tax che porterà ad applicare l’aliquota del 15% sugli utili realizzati dalle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni.

Dopo un 2022 in netta flessione, che aveva riportato le 25 maggiori WebSoft indietro di due anni per capitalizzazione di Borsa, il 2023 sembrerebbe mostrare il ritorno del feeling con i listini azionari. Al 30 novembre 2023 infatti i colossi del WebSoft raggiungono una capitalizzazione di 8.767 miliardi di euro, in accelerazione del 47,5% sul dicembre 2022. Tale crescita è evidente anche in termini di rappresentatività rispetto alle borse mondiali: a fine 2022 la capitalizzazione delle 25 maggiori WebSoft esprimeva il 6,9% del valore complessivo delle borse mondiali, incidenza che sale al 9,5% a fine 30 novembre 2023. Nel confronto con Piazza Affari, sebbene quest’ultima abbia messo a segno una delle migliori performance d’Europa nei primi nove mesi 2023, le WebSoft si confermano dei pesi massimi: complessivamente valgono oltre dieci volte l’intera Borsa italiana. Al 30 novembre 2023 il podio di Borsa è occupato da Microsoft (2.581 miliardi di euro), Alphabet (1.528 miliardi di euro) e Amazon (1.384 miliardi di euro). Da fine dicembre 2022 a novembre 2023 due gruppi hanno registrato una performance particolarmente brillante: Meta (+165,9%) e Uber (+123,0%). 

Le WebSoft presidiano l’Italia tramite società controllate, ubicate in gran parte al Nord, soprattutto a Milano e provincia. Il fatturato aggregato delle filiali italiane ha raggiunto 9,3 miliardi di euro nel 2022, con circa 26,4mila lavoratori. Rispetto al 2019 si evidenziano circa 11mila dipendenti in più, in massima parte assunti dal gruppo Amazon che vanta il maggior numero di occupati nel nostro Paese (16.250 unità nel 2022). È quanto si legge nell’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali Software & Web dell’Area Studi Mediobanca.Nel 2022 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano 162 milioni di euro, per un tax rate effettivo del 28,3%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tax rate salirebbe al 36,0%.

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