Per Francoforte "le prospettive di stabilità finanziaria restano fragili" 

Diverse revisioni al ribasso delle previsioni e sorprese economiche negative confermano una prospettiva economica debole con sostanziali rischi al ribasso. Le proiezioni macroeconomiche degli esperti della Bce/Eurosistema, nonché altre previsioni ufficiali e del settore privato, sono state riviste al ribasso per diversi trimestri consecutivi, riflettendo un peggioramento del contesto economico globale, condizioni finanziarie più restrittive, una minore domanda aggregata e una minore offerta di credito. Lo scrive la Bce nel suo Financial Stability Review. Anche la debole domanda estera e il calo del sostegno fiscale pesano sull’attività. A partire dal terzo trimestre del 2023, la crescita del Pil dovrebbe attestarsi allo 0,7% nel 2023 e all’1,0% nel 2024, con una riduzione di 60 punti base rispetto a sei mesi prima. Mentre le sorprese economiche sono state positive negli Stati Uniti nel 2023, le notizie sono state prevalentemente più negative del previsto per l’area dell’euro e la Cina. Anche se le previsioni indicano che l’economia dell’area euro potrebbe godere di un atterraggio morbido, anche una recessione rimane uno scenario probabile.

Bce: “Prospettive stabilità finanziaria restano fragili” 

I rischi per la stabilità finanziaria associati a tassi di interesse più elevati stanno emergendo nel contesto di prospettive macrofinanziarie impegnative e di tensioni geopolitiche, scrive inoltre la Bce. I mercati finanziari si sono rapidamente scrollati di dosso lo shock innescato dai fallimenti bancari negli Stati Uniti e in Svizzera nel marzo di quest’anno e le connesse aspettative di una fine anticipata del ciclo di stretta monetaria. Da allora, le preoccupazioni per la stabilità finanziaria si sono spostate verso le implicazioni dei rischi al rialzo per l’inflazione e dei rischi al ribasso per la crescita.

L’aumento dei tassi ufficiali della Bce si è tradotto in un aumento dei costi di finanziamento per tutti i settori dell’economia. Le connesse condizioni finanziarie e creditizie più restrittive si stanno trasmettendo all’attività economica. Ciò è particolarmente vero per l’area euro dove, a differenza degli Stati Uniti, i risultati economici hanno sorpreso al ribasso fin dall’estate.Tuttavia, poiché la durata della politica monetaria si è allungata nel sistema finanziario e nell’economia reale durante l’era dei bassi tassi di interesse, gran parte dell’impatto della stretta monetaria deve ancora materializzarsi, il che porrà sfide future sia per i settori finanziari che per quelli non finanziari.

Queste preoccupazioni sono amplificate dalla recente riacutizzazione delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Essi accrescono l’incertezza che circonda le prospettive macrofinanziarie, non solo a causa delle possibili ripercussioni avverse sull’offerta di materie prime energetiche, qualora il conflitto dovesse intensificarsi ulteriormente, ma anche dato il loro potenziale di innescare l’avversione al rischio nei mercati finanziari e minare la fiducia nell’economia reale. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata