Il Ftse Mib ha perso il 2,12%, maglia nera in Europa. Bper Banca, Mps, Finecobank hanno registrato i maggiori cali

Doccia gelata per Piazza Affari stamane dopo l’annuncio a sorpresa di ieri sera a seguito del cdm sul decreto omnibus della tassa sugli extraprofitti delle banche. Un provvedimento inserito nel cosiddetto decreto “Asset” che prevede un prelievo del 40% sugli extraprofitti maturati dalle banche, limitato al 2023 e che servirà per finanziare il taglio delle tasse e per i mutui sulla prima casa. E il cui gettito è stimato fino a 7 miliardi, come appreso da LaPresse da fonti bancarie.
Il contraccolpo sui mercati si è avvertito forte sin dall’inizio della giornata fino alla chiusura delle contrattazioni. Scambi che si sono conclusi a 27.942 punti col Ftse Mib che ha perso il 2,12%, maglia nera in Europa. Pioggia di vendite sui titoli bancari: Bper Banca -10,94%, Banca Mps -10,83%, Finecobank -9,91%. Ma anche Intesa Sanpaolo con -8,67% e Unicredit -5,94%. Ma dalle banche nessun commento finora sulla norma varata ieri sera a seguito della quale alla Borsa di Milano oggi nella prima ora di scambi gli istituti di credito quotati hanno bruciato quasi 10 miliardi di capitalizzazione. Silenzio predominante, a parte una dichiarazione dai vertici di Banca Popolare di Sondrio, che oggi, pur presentando un utile netto record a 207,1 milioni (in crescita del 91%) ha ceduto in chiusura il 5,73%, proprio in scia alla vicenda tassa degli extraprofitti. Mario Alberto Pedranzini, Consigliere delegato di Pop Sondrio, si è limitato a dire che dal provvedimento del Cdm di ieri “siamo stati colti di sorpresa e restiamo in attesa della pubblicazione del Decreto, al fine di valutarne gli effetti sul bilancio della banca”.

Sulla misura del Governo Meloni, che in Spagna ha un precedente costato alle banche una super imposta di 3 miliardi, Palazzo Chigi ha specificato oggi che “il prelievo del 40% sugli extraprofitti delle banche scatta se l’ammontare del margine d’interesse nel 2023 eccede per almeno il 5% il margine del 2021. Per il 2024 invece il margine di interesse deve eccedere di almeno il 10% quello del 2021″.Il Mef in serata ha aggiunto la sua precisazione: “La misura proposta dal ministro dell’Economia e delle Finanze, condivisa e approvata dal Consiglio dei ministri nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa in materia di extra margini bancari. Al tempo stesso la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1% del totale dell’attivo”, si legge in una nota. A questo proposito “si ricorda che la base imponibile di tale imposta è determinata dal maggior valore tra l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022 e l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022”.
Per gli analisti come Filippo Diodovich di IG Italia, la tassa “è una misura fortemente negativa per il settore bancario, tenendo conto che è retroattiva per il 2022″ e “oltre a influenzare negativamente la redditività delle banche mette un punto di domanda sulla capacità del nostro settore finanziario (e non solo) di attrarre capitali esteri e riduce la competitività delle nostre banche rispetto ai Peer europei”. “Inevitabilmente – conclude – le prospettive sul comparto bancario italiano peggiorano”. Critico anche l’economista Giulio Sapelli per cui tassare gli extraprofitti delle banche (e non solo) “è assolutamente sbagliato e non ha nessun fondamento economico, ed è demagogico e pericolosissimo ideologicamente, oltre a porre un problema di credibilità internazionale”.

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