La Borsa di Milano reagisce dopo l'approvazione della norma contenuta nel dl asset

Crollano i titoli delle banche a Piazza Affari, dopo l’introduzione di una norma che prevede il prelievo del 40% sugli extraprofitti all’interno del Dl asset, che ha ricevuto il via libera nel Cdm di ieri. Banca Monte dei Paschi di Siena segna un calo del 6,86% e Intesa Sanpaolo del 6,6%. Giù anche Finecobank (-5,53%) e Unicredit (-5,24%). In netta flessione in titolo di Mediobanca (-4,16%), Banca Mediolanum (-3,21%) e Banca Generali (-2,93%). In calo anche il titolo di Azimut (-2,13%). In evidenza in avvio il titolo di Snam (+0,95%), Hera (+0,85%), Amplifon (+0,64%) e Stmicroelectronics (+0,56%).

Stamattina apertura in negativo per tutte le Borse europee. Il Cac di Parigi perde lo 0,32% a 7.296,35 punti, il Dax di Francoforte arretra dello 0,45% a 15.876,85 punti e il Ftse 100 di Londra lascia sul terreno lo 0,24% a 7.534,72 punti. Segno negativo anche per l’Ibex di Madrid che segna un calo dello 0,609% a 9.303,69 punti. Segno meno anche per l’Aex di Amsterdam che arretra dello 0,34% a 769,65 punti.

Cali si ampliano a metà mattina

I cali già registrati in apertura si sono ampliati dopo le prime due ore di contrattazioni. A Piazza Affari il Ftse Mib perde il 2,12% a 27.943,58 punti. Bper Banca perde l’8,93%, Finecobank l’8,73%, Banco Bpm l’8,25% e Intesa Sanpaolo il 7,99%. Giù anche il titolo di Unicredit che cede il 6,47%.

Fonti: tassa vale 7 miliardi

È fino a 7 miliardi il gettito stimato che verrà dalla norma sul prelievo agli extraprofitti delle banche. Lo apprende LaPresse da fonti bancarie. Il prelievo del 40% si applicherà sul margine di interesse o del 2022 o del 2023 a seconda di quale sarà la variazione maggiore rispetto al 2021. Un dato – spiegano le fonti – che sarà possibile quantificare solo ad aprile 2024, alla chiusura dei bilanci al 2023, e che dunque non porterà ad un incasso immediato. Nel 2022, le Banche italiane hanno realizzato 45 miliardi di margine di interesse, totalizzando 7,1 miliardi in più rispetto al 2021, cioè il +18,9% (ben oltre la soglia minima del 3% indicata dal decreto). È plausibile quindi che nel 2023 la variazione sia ancora più alta perché, quest’anno, le prime 5 Banche hanno realizzato il 57% in più di margine di interesse, cioè 40 miliardi. A fine anno quindi, secondo gli esperti, il settore dovrebbe arrivare tra i 60 e i 70 miliardi di margine di interesse, totalizzando così una crescita che si aggira intorno al 40%. 

Prelievo se margini extra +5% nel 2023 e +10% nel 2024

Il prelievo del 40% sugli extraprofitti delle banche scatta se l’ammontare del margine d’interesse nel 2023 eccede per almeno il 5% il margine del 2021. Per il 2024 invece il margine di interesse deve eccedere di almeno il 10% quello del 2021. È quanto si legge nella nota rilasciata da Palazzo Chigi sulle misure nel dl asset. 

Campani (Credem): “Su tassa aspettiamo testo per riflessioni”

 “Sono un po’ in difficoltà perché è uscito ieri sera e non c’è ancora un testo. Dovremmo studiarlo nelle prossime settimane, appena sarà disponibile, per fare delle riflessioni. Oggi non avrei un punto di vista da potere spendere senza un testo consolidato”. Lo dice il direttore generale di Credem, Angelo Campani, in conference call sui risultati del semestre, rispondendo a una domanda di commento sulla tassa sugli extraprofitti contenuta all’interno del Dl asset, che ha ricevuto il via libera nel Cdm di ieri. Credem ha registrato nel semestre un utile netto consolidato a 298,7 milioni di euro (dopo aver spesato 25 milioni di euro di contributi ai fondi per la gestione delle banche in difficoltà). Il risultato, viene precisato, è in crescita del 90,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ed è stato influenzato dal positivo andamento del margine finanziario, oltre che dal contenuto costo del rischio.

Cisl: “Giusta tassa extraprofitti, allargarla a multinazionali”

“E’ giusto aver deciso di tassare gli extra profitti delle banche, intervento sollecitato da tempo dalla Cisl che va allargato alle altre multinazionali (energia, digitale, logistica) per recuperare risorse da impegnare ad alzare salari, retribuzioni, pensioni ed a ridurre il peso delle tasse ai lavoratori, pensionati e sostenere le famiglie sui mutui per le prime case”. Così il sindacato di via Po commenta le misure disposte dal Dl Asset, approvato ieri dal Cdm.

Positiva la misura che riguarda i prestiti per gli enti locali in dissesto finanziario e le misure di calmieramento dei costi dei biglietti aerei a contenimento di dinamiche tariffarie legate alla stagionalità, anche se l’intervento risulterà tardivo, atteso che i biglietti per la stagione estiva sono già stati acquistati”, sottolinea la Cisl, suggerendo di chiamare in causa le Authority di riferimento, quella alla concorrenza e mercato e l’autorità dei trasporti, “per individuare in questi settori – fermo restando il vincolo dell’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro di settore (trasporto aereo, mobilità attività ferroviarie e mobilità trasporto pubblico locale, ecc.) – una sorta di Price CAP e cioè un tetto al prezzo”.  “Occorre attivare subito – prosegue poi il sindacato – una Cabina di regia anti-inflazione che metta in relazione Governo, sindacati, imprese nel contrasto alla speculazione, nel controllo di prezzi e tariffe, nell’impegno reciproco di rinnovare e innovare tutti i contratti pubblici e privati. In tema di incendi e intercettazioni riteniamo giuste le scelte poste in essere dal Governo. Condividiamo l’aumento delle pene per chi causa gli incendi del patrimonio boschivo in genere e va nella giusta direzione in materia di intercettazioni sia sull’archivio unico, sia sull’utilizzo che ne potrà essere disposto per i reati legati al traffico illecito di rifiuti, aggravate dal metodo mafioso, ai sequestri di persona con finalità estorsive e al terrorismo. Bene il potenziamento pluriennale delle risorse destinate alla manutenzione delle strade nei piccoli comuni, e l’ulteriore stanziamento posto in essere per far fronte al caro materiali. Sul tema dell’ampliamento delle licenze per i taxi, abbiamo sottolineato che fosse sbagliato intervenire con l’aumento delle licenze senza prima emanare i Decreti attuativi, il che favorirebbe il rispetto delle regole per tutti e che la mancanza dei taxi in particolari momenti, va letto in relazione all’inefficienza del trasporto pubblico locale in alcune città”.

Consumatori: “Rischio che paghino i correntisti”

C’è il rischio che a ‘pagare’ la tassa sugli extraprofitti delle banche prevista dal dl asset siano i correntisti? Secondo Federconsumatori sì. Lo ha spiegato a LaPresse Antonella Nanna, responsabile della consulta giuridica della federazione. “Le Banche hanno l’onere di comunicare qualsiasi eventuale modifica unilaterale al correntista, che poi ha 30 giorni di tempo per recedere. Ma è chiaro che se tutte le banche fanno la stessa cosa“, applicando ipotetici costi aggiuntivi ai propri correntisti, “si attua una sorta di ‘cartello’ e il consumatore non può agire liberamente”. Anche perché, ha osservato Nanna, “la soglia del 3% decisa dal decreto è abbastanza bassa e quindi è molto probabile che tocchi tutti i grandi gruppi bancari”. E ha concluso: “Bisogna monitorare”.

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