Riviste al ribasso le stime: +0,9% per il 2024, +1% nel 2025. Nello stesso anno

Dopo il rimbalzo del primo trimestre, le stime della Banca d’Italia affermano che il Pil è rimasto pressoché invariato in primavera, soprattutto a causa della contrazione dell’attività manifatturiera, su cui grava l’indebolimento del ciclo industriale a livello globale. Lo afferma l’ultimo bollettino economico di Palazzo Koch, in cui si legge che l’espansione dei consumi delle famiglie è proseguita a ritmi più contenuti, mentre gli investimenti sono frenati dall’irrigidimento delle condizioni di finanziamento e da prospettive di domanda meno favorevoli. 

Riviste al ribasso le stime sul Pil: +0,9% per 2024

Nel suo bollettino, Bankitalia stima leggermente al ribasso al +0,9% la crescita del Pil per il 2024 e all’1% quella per il 2025, mantenendo invece all’1,3% la proiezione sull’anno in corso. La decelerazione riflette soprattutto un indebolimento della dinamica degli investimenti privati, che si accentuerebbe nella seconda metà del 2023 e nel 2024 per effetto dell’aumento dei tassi di interesse e dell’irrigidimento delle condizioni di accesso al credito. L’impatto sul Pil verrebbe in parte compensato dagli effetti connessi con il rientro delle pressioni inflazionistiche e con i maggiori investimenti pubblici programmati nel Pnrr, sottolinea palazzo Koch.

Inflazione al 2% nel 2025

Per quanto riguarda le dinamiche dell’inflazione, secondo Bankitalia prima del 2025 non si tornerà al livello del 2%. L’inflazione al consumo è infatti stimata al 6% quest’anno (8,7% nel 2022) e dovrebbe ridursi al 2,3% nel 2024 e al 2% nel 2025. Il profilo decrescente riflette soprattutto il netto rallentamento dei prezzi all’importazione, determinato in larga misura dalla flessione dei prezzi delle materie prime energetiche, sottolinea Palazzo Koch. L’inflazione al netto dei beni alimentari ed energetici dovrebbe rimanere elevata nel corso del 2023 (in media al 4,5%) – sospinta in gran parte dalla trasmissione graduale dei passati rincari dei beni energetici – per attenuarsi nel biennio successivo, al 2,4% nel 2024 e al 2% nel 2025.

 

 

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