1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro: il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 2004

Nel 2022 sono aumentati i giovani inattivi, sfiorando il tetto degli 1,6 milioni e lasciando l’Italia nelle ultime posizioni della classifica europea. A dirlo è il rapporto di Confartigianato, presentato alla Convention annuale dei giovani imprenditori di Confartigianato organizzata a Roma.

Il rapporto contiene anche l’Indice dei territori youth-friendly per impresa, secondo cui esiste un effettivo gap – anche su questo fronte – tra Nord e Sud. Se infatti la Lombardia è la regione che offre ai giovani le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa, seguita a ruota da Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, la ‘maglia nera’, invece, spetta al Molise, insieme a Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata.

1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro

Dai dati emerge dunque una “‘Italia a diverse velocità’” che “da un lato favorisce l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35, dall’altro è all’origine di un nostro record negativo in Europa”, sottolinea la confederazione, ricordando che nel 2022 “siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto al 15% della media europea. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%”. “I giovani – sottolinea Davide Peli, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – sono il futuro del made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno Europeo delle Competenze sia l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.

L’Indice di Confartigianato misura le condizioni dell’habitat sulla base di 13 indicatori che comprendono, tra l’altro, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell’apprendistato, il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre regioni. A livello provinciale, i giovani trovano il terreno più fertile a Cuneo, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso. All’altro capo della classifica le condizioni più difficili per l’occupazione e la voglia di fare impresa dei giovani si riscontrano a Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa, Taranto.

Il fenomeno è peggiorato – rileva lo studio – visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004. Tra gli under 35 che non cercano lavoro prevalgono le donne, pari a 1.033.000 (il 65,9% del totale), a fronte dei 535.000 uomini. Il 55,6% dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso sale al 37,7%, più che doppio rispetto al 16,8% del Centro Nord. Tra gli inattivi tra 25 e 39 anni, ve ne sono 468.100 in possesso di una laurea. Di questi, due terzi sono donne.

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