Le simulazioni di Facile.it per chi ha rate per quelli a tasso variabile

C’è attesa per l’annuncio della Bce di un nuovo rialzo del costo del denaro; questa volta l’incremento potrebbe essere di soli 25 punti base il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile – secondo le simulazioni di Facile.it – potrebbe comunque tradursi in un aumento della rata di ben 237 euro (+52%) rispetto all’inizio dello scorso anno.

Per capire come sono cresciute le rate e come potrebbero salire ancora a seguito di un nuovo rialzo dei tassi da parte della BCE, il comparatore ha preso in esame un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.

Il tasso (TAN) di partenza usato nell’analisi è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. A seguito dei diversi aumenti del costo del denaro messi in atto da parte della Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione, il tasso del mutuo variabile tipo è salito notevolmente arrivando a superare, ad aprile 2023, il 4,10%. Con l’ulteriore rialzo BCE dello 0,25%, la rata mensile del finanziamento preso in analisi potrebbe arrivare addirittura a 693 euro, il 52% in più rispetto a quella iniziale.

“Se è vero che l’Euribor si muove in base alle aspettative dei tassi BCE, non è detto che lo faccia in modo analogo, quindi bisognerà aspettare ancora un pochino per capire come cambieranno nel concreto le rate», spiegano gli esperti di Facile.it. «È bene ricordare, però, che l’impatto degli aumenti sarà diverso per ciascun mutuatario in base all’importo residuo del finanziamento e al numero di rate ancora da pagare: più si è vicini alla fine del piano di ammortamento, minore sarà l’effetto”.

“L’ulteriore inasprimento netto si è fatto meno marcato per il credito al consumo e gli altri prestiti alle famiglie (percentuali nette delle banche rispettivamente al 19% e al 10%). L’inasprimento per i prestiti alle imprese e per l’acquisto di abitazioni è stato più forte di quanto previsto dalle banche nel trimestre precedente e indica un persistente indebolimento della dinamica dei prestiti”. Le principali ragioni della stretta sono state “una maggiore percezione del rischio e, in misura minore, una minore propensione al rischio da parte delle banche”.

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