In questo momento c’è molta attenzione per quanto riguarda i prezzi delle utenze di luce e gas. Le tariffe in crescita in particolare per le conseguenze del conflitto in Ucraina e i rincari sui combustibili. Chi ha sottoscritto un contratto di fornitura a prezzo bloccato sta sicuramente avendo vita migliore di chi ha optato per un contratto a prezzi variabili di mercato: ma ci sono altri casi da tenere sott’occhio per evitare di ritrovarsi una stangata in bolletta.

Può capitare infatti di trovarsi di fronte a casi di modifica unilaterale del contratto da parte delle aziende fornitrici. Vale a dire, a casi in cui nonostante ci sia un contratto firmato tra utente e azienda, quest’ultima decida di modificare unilateralmente le condizioni stabilite, comunicandolo attraverso mail o posta ordinaria all’utente finale.

A volte la decisione deriva dalla scadenza di specifiche condizioni contrattuali (ad esempio prezzi bloccati fino a un certo periodo di tempo, da poi ricontrattare), a volte invece prescinde da questo tipo di condizioni.

Innanzitutto, il comportamento da parte dell’azienda è legittimo a livello legale, come del resto quella dell’utente di non accettare le modifiche. L’importante è che venga avvertito il firmatario del contratto con almeno 3 mesi di anticipo rispetto all’entrata in vigore della modifica, dando così all’utente la possibilità di recedere gratuitamente entro 30 giorni dalla proposta dell’azienda. 

Nella comunicazione vanno ovviamente segnalate con precisione da parte dell’azienda quali siano le proposte di modifica, quali siano i contenuti e gli effetti reali della modifica, il momento da cui la modifica entra in vigore e, infine, le modalità con cui il cliente può rifiutare la proposta ed effettuare il recesso.

Bisogna fare però attenzione, da parte dell’utente insoddisfatto, a declinare la proposta di modifica e ad effettuare di conseguenza il recesso in maniera corretta. Nel contratto stipulato, l’azienda deve aver specificato in maniera chiara le modalità di recesso del contratto, in particolare indicando l’indirizzo a cui spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno. Se l’utente non risponde nei tempi stabiliti, vale a livello legale il tacito assenso alle modifiche.

D’altra parte, anche il cliente può chiedere una modifica unilaterale del contratto, chiedendo condizioni migliori o cambi di offerta. Sta all’azienda decidere a quel punto se accettare la proposta o meno.

 

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