Le stime preliminari dell'Istat. Impennata dei viaggi aerei: +90,4%

Energia, cibo, servizi, trasporti (biglietti aerei su tutto) e hotel continuano a essere sempre più cari. La corsa dei prezzi verso l’alto non è mai stata a questo livello da 36 anni a questa parte, con l’inflazione che – stima l’Istat – vola all’8% su base annuale, accelerando dell’1,2% a giugno rispetto al mese precedente. Una nuova spinta che ci porta a un +8% e che – spiega l’Istituto di statistica nella nota di aggiornamento dei prezzi al consumo. Mai così dal gennaio del 1986, quando raggiunse un poco consolatorio +8,2%: erano i tempi in cui Berlusconi comprava il Milan, l’Italia si connetteva a internet per la prima volta, a Palermo iniziava il maxiprocesso contro la mafia, usciva il primo numero di Dylan Dog e Maradona segnava il gol ‘un poco con la cabeza de Maradona y otro poco con la mano de Dios’ vincendo il mondiale con l’Argentina.

Una vita fa, eppure a giugno 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo – al lordo dei tabacchi – registra un aumento dell’1,2% su base mensile che ci riporta indietro. La spinta ai prezzi, “in un quadro di diffuse tensioni inflazionistiche”, si deve soprattutto all’inarrestabile ascesa dei costi dell’energia e del ‘carrello della spesa’. Quindi da un lato ci sono i prezzi dei beni energetici – che passano da +42,6% di maggio a +48,7% di giugno – e in particolare degli energetici non regolamentati (da +32,9% a +39,9%; i beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%); dall’altro lato abbiamo i beni alimentari, sia lavorati (da +6,6% a +8,2%) sia non lavorati (da +7,9% a +9,6%).

A questo si affiancano i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,4% a +5%). Spicca la crescita dei servizi relativi ai trasporti passati da +6% a +7,2% (con un +2% rispetto a maggio), e l’impennata dei prezzi per i viaggi aerei che da +74,3% vanno a +90,4% (+23,8% congiunturale). In evidenza anche l’aumento degli alloggi, quindi degli hotel, che arrivano a oltre il 18%.

“Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai beni energetici agli altri comparti merceologici, nell’ambito sia dei beni sia dei servizi – osserva l’Istat – pertanto, i prezzi al consumo al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo, +3,8%) e al netto dei soli beni energetici (+4,2%) registrano aumenti che non si vedevano rispettivamente da agosto 1996 e da giugno 1996”. Allo stesso tempo, “l’accelerazione dei prezzi degli alimentari, lavorati e non, spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto carrello della spesa”, a +8,3% che non è “mai così alta da gennaio 1986”, quando arrivò a +8,6%.

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