Schinas: "Difenderemo l'industria europea. Il mercato può e deve essere win-win"

"Prenderemo misure appropriate per difendere l'industria dell'Unione europea e ci teniamo pronti a rispondere rapidamente e in modo appropriato nel caso in cui le nostre esportazioni siano impattate da qualsiasi misura restrittiva da parte degli Stati Uniti". Questo l'avvertimento lanciato dal portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, agli Stati Uniti in merito all'ipotesi di una introduzione di dazi sull'alluminio e l'acciaio. "Abbiamo detto chiaramente all'amministrazione statunitense ai più alti livelli che saremmo fortemente preoccupati riguardo misure che potrebbero avere un impatto sull'industria dell'Unione europea. L'Unione europea crede che il mercato possa e debba essere win-win. Crediamo anche che oltre a dover essere aperto ed equo, il mercato necessita di essere basato su regole", ha sottolineato Schinas in conferenza stampa a Bruxelles, spiegando comunque che "non ci troviamo in una guerra commerciale".

LA PREOCCUPAZIONE DEL WTO. Stamattina anche il numero uno dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), Roberto Azevedo, ha messo in guardia gli Stati Uniti di Trump contro la "paralisi" del meccanismo internazionale di risoluzione delle controversie, in un momento in cui gli attriti commerciali tra Washington e Pechino sono vivi. "Il rischio di una guerra commerciale è ancora presente", ha dichiara il direttore generale del Wto in un'intervista con Afp a Ginevra. Dopo la crisi finanziaria del 2007, il rischio che i Paesi adottassero misure protezionistiche unilaterali era "molto alto", ma ciò non è accaduto, afferma Azevedo, sottolineando però la necessità di "rimanere vigili" perché "esiste sempre il rischio che vengano adottate misure unilaterali ed è sempre una strada molto pericolosa".

Trump è accusato da alcuni Paesi, tra cui la Cina, di paraticare politiche come il protezionismo e l'unilateralismo. Da quando è arrivato al potere poco più di un anno fa, il presidente Usa ha aumentato le sanzioni commerciali contro le importazioni di prodotti stranieri, soprattutto cinesi. Di fronte a queste misure, la Cina ha già minacciato di appellarsi all'organo di risoluzione delle controversie del Wto, il Dsb. Ma proprio le nuove nomine del Dsb sono bloccate da mesi da Washington, che da più parti viene accusata di ostruzionismo all'attività dell'associazione portato avanti senza alcuna proposta alternativa.

Per Azevedo, questa situazione non è senza pericolo. Soprattutto perché la nomina dei giudici è condotta all'unanimità. "Abbiamo fatto loro presente che bloccano la nomina dei membri della Corte d'Appello (l'organo di conciliazione, ndr)" e "parlo con loro costantemente di questo", ma "finora non sembrano più vicini a una soluzione rispetto a prima", spiega il capo del Wto. La risoluzione delle controversie commerciali è un "sistema che è stato molto efficace" fino ad ora, con oltre 500 dispute e più del 90% delle raccomandazioni già implementate, secondo Azevedo. Composto da sette giudici, l'organo d'appello della Dsb ne ha attualmente solo quattro.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata