Il consiglio direttivo ha portato il tasso chiave a zero dallo 0,05%. Le Borse europee volano dopo le mosse della Bce

Il consiglio direttivo della Bce ha deciso di tagliare i tassi di interesse ai nuovi minimi storici, portando il tasso chiave a zero dallo 0,05%. Il tasso sui depositi è stato inoltre ridotto a -0,40% da -0,30% e quello di rifinanziamento marginale è stato tagliato allo 0,25% dallo 0,30%. I nuovi tassi di interesse, precisa l'Eurotower, saranno efficaci per le operazioni a partire dal 16 marzo. Un'azione era attesa dagli analisti, che si aspettavano un taglio dei tassi sui depositi e un'espansione del quantitative easing, per risollevare l'inflazione nell'eurozona, caduta a febbraio al -0,2% annuo. 

I tassi di interesse nell'eurozona, ha precisato il presidente della Bce Mario Draghi, "resteranno molto bassi per un lungo periodo di tempo e comunque ben oltre l'orizzonte dei nostri acquisti". Draghi ha spiegato che "non è escluso" che in futuro i tassi possano essere tagliati ulteriormente se fosse necessario. "L'uso dei tassi negativi – ha spiegato – l'uso dei tassi negativi può essere molto positivo per migliorare le condizioni finanziarie".

QE AMPLIATO.  La Bce ha deciso inoltre di ampliare gli acquisti di asset, tra cui i titoli di Stato dell'eurozona, dagli attuali 60 miliardi di euro al mese a 80 miliardi a partire da aprile. Lo riferisce l'Eurotower al termine della riunione del consiglio direttivo. Tra gli asset che la Bce potrà acquistare sono stati inseriti anche le obbligazioni denominate in euro di livello 'investment grade' emesse da società non bancarie della zona euro.

Le nuove misure straordinarie della Bce, ha fatto sapere Draghi, sono un "pacchetto completo" che "sfrutterà le sinergie tra i vari strumenti ed è stato calibrato per facilitare ulteriormente le condizioni di finanziamento, stimolare il credito e, quindi, rafforzare lo slancio della ripresa economica della zona euro e accelerare il ritorno dell'inflazione a livelli inferiori ma prossimi al 2%".

TAGLIATE STIME SU PIL EUROZONA. La Bce ha tagliato le stime di crescita dell'eurozona per il 2016 all'1,4%, dall'1,7% atteso tre mesi fa. Per il 2017 la Banca centrale vede un Pil al +1,7%, contro il +1,9% previsto in precedenza. La Bce vede una crescita dell'area dell'euro al +1,8% nel 2018.

Giù anche le stime sull'inflazione nell'eurozona, che si attestano sullo 0,1% nel 2016 e sull'1,3% nel 2017. Le precedenti stime erano per un aumento dei prezzi al consumo nell'area dell'euro all'1% e all'1,6%. Per il 2018 l'Eurotower vede un'inflazione all'1,6%.

"Guardando al futuro, sulla base dei prezzi correnti dei contratti future dell'energia, i tassi di inflazione dovrebbero rimanere a livelli negativi nei prossimi mesi e risalire più tardi nel 2016", ha spiegato Draghi, recuperando "ulteriormente" con le misure di politica monetaria.

VOLANO LE BORSE.  Incremento di 20 a 80 miliardi di euro per gli acquisti mensili del quantitative easing, allargamento della gamma di asset acquistabili e altre quattro Targeted longer-term refinancing operations (TLtro). L''all-in' di Draghi ha innescato le prese di beneficio ("buy the rumor, sell the news") sui listini europei che hanno chiuso con il segno meno.

A Londra il Ftse100 ha terminato in calo dell'1,78% a 6.036,7 punti, mentre il Cac40 di Parigi è sceso dell'1,7% a 4.350,35. Maglia nera per il Dax di Francoforte, -2,31% a 9.498,15, e parità dell'Ibex di Madrid (+0,07% a 8.766,9).

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