"Le politiche fiscali dovrebbero sostenere la ripresa economica attraverso gli investimenti pubblici e la tassazione più bassa"

La ripresa nell'eurozona "è moderata" e sostenuta "principalmente" dalle politiche accomodanti della Bce, e anche dal basso prezzo del petrolio. Lo ha detto il presidente della Banca centrale, Mario Draghi, intervenendo di fronte alla commissione Affari economici del Parlamento europeo. "La ripresa – prosegue Draghi – sta procedendo a un ritmo moderato, sostenuta principalmente dalle nostre misure di politica monetaria e dal loro impatto positivo sulle condizioni finanziarie, nonché dal basso prezzo dell'energia". "Gli investimenti rimangono deboli, per le incertezze intensificate sull'economia globale e i rischi geopolitici più grandi che pesano sul sentiment degli investitori. Inoltre, il settore delle costruzioni non ha finora recuperato".

BANCHE PIU' FORTI. Nell'eurozona la situazione del settore bancario "è molto diversa da quella del 2012", perché le banche dell'area dell'euro "hanno notevolmente rafforzato le loro posizioni di capitale nel corso degli ultimi anni". Draghi ha ricordato che l'indice patrimoniale Cet1 è aumentato da circa il 9 al 13 per cento per i principali istituti, che sono "più resistenti agli shock avversi". "Inoltre, la qualità del capitale delle banche è stata anch'essa notevolmente migliorata", ha affermato ancora Draghi.

 

REVISIONE A MARZO. "Come abbiamo annunciato alla fine del nostro ultimo incontro di politica monetaria nel mese di gennaio, il Consiglio direttivo intende rivedere ed eventualmente riconsiderare la politica monetaria all'inizio di marzo". Lo ha ribadito il presidente della Bce, che ha sottolineato che dipenderà in particolare da due fattori, da "dimensione e persistenza" del caduta dei prezzi del petrolio e delle materie prime e "lo stato di trasmissione" degli stimoli monetari.

 

MERCATI VOLATILI. Il contesto dei mercati "più volatile" le banche hanno dimostrato "una maggiore sensibilità" alla debolezza delle prospettive economiche, secondo Mario Draghi. "Dai primi di dicembre, un generale deterioramento del clima di mercato ha messo radici e ha aumentato il passo nel corso dell'ultima settimana", ha spiegato Draghi. "In questo contesto – ha proseguito – i prezzi delle azioni sono diminuite in modo significativo e i titoli bancari sono stati particolarmente colpiti, sia a livello globale sia  in Europa". "Il forte calo dei corsi azionari delle banche riflette una maggiore sensibilità del settore a prospettive economiche più deboli del previsto, ma riflette anche il timore che alcuni soggetti del settore bancario siano esposti a rischi più elevati con i produttori di materie prime", ha detto ancora il presidente della Bce, rassicurando sul fatto che in questo settore l'esposizione degli istituti dell'eurozona è "relativamente limitata".

 

NUOVE NORME UE. Il calo delle banche in Borsa "è stato amplificato" dalla "percezione" che gli istituti di credito europei dovranno fare ulteriori sforzi per adeguarsi alle nuove norme Ue. "Il calo dei prezzi azionari delle banche – ha detto Draghi – è stato amplificato dalla percezione che le banche potrebbero dover fare di più per adeguare i propri modelli di business per il contesto di tassi di interesse più bassi e il quadro normativo internazionale rafforzato che è stato messo in atto dopo la crisi". "Tuttavia – ha chiarito Draghi – dobbiamo riconoscere che la revisione delle norme dall'inizio della crisi ha posto le basi per aumentare in modo duraturo la resilienza non solo delle singole istituzioni, ma anche del sistema finanziario nel suo complesso".

NO CONTATTI CON ITALIA. N"Non mi risulta nulla di questo contatto tra la Bce e il governo italiano per comprare crediti deteriorati in Italia. Non so da cosa derivi questa storiella". Così il presidente della Bce a un europarlamentare che gli chiedeva a proposito delle indiscrezioni di stampa secondo cui il Tesoro italiano starebbe trattando con l'Eurotower per l'acquisto da parte della Bce di pacchetti di Npl e dell'accettazione delle sofferenze cartolarizzate come collaterali per le banche. "Non stiamo comprando assolutamente niente – ha proseguito Draghi – si tratta solo di vedere se alcuni titoli Abs possono essere accettati come collatarali, che è molto diverso dall'acquistare. Non c'è alcun negoziato con lo Stato italiano".  "L'Abs dovrà avere come minimo il secondo miglior punteggio di singola A. Pertanto, l'inclusione delle sofferenze nel pool di attività sottostanti non esclude che questi titoli Abs possano essere accettati come collaterale", ha spiegato Draghi. A chi gli chiedeva sulla valutazione del merito di credito delle agenzie di rating, il numero uno della Bce ha sottolineato che "sono utilizzate dagli investitori" e questo le rende autorevoli e, inoltre, "c'è la condizione preliminare che siano considerate indipendenti".
 

 NESSUN PRIVILEGIO PER LE ITALIANE. "Non c'è stata alcuna disparità di trattamento per le banche italiane che non sono state privilegiate, nessuna corsia preferenziale", ha sottolineato Draghi a chi gli chiedeva a proposito di presunti favoritismi sui requisiti di capitale. "Il motivo per cui esiste la supervisione unica – ha aggiunto Draghi – è proprio fare in modo che la vigilanza sia applicata in maniera coerente in tutta la zona euro".

TASSAZIONE A FAVOR DI RIPRESA. "Sta diventando sempre più chiaro che le politiche fiscali dovrebbero sostenere la ripresa economica attraverso gli investimenti pubblici e la tassazione più bassa". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando di fronte agli europarlamentari. Tuttavia, ha aggiunto Draghi, "il rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita resta essenziale per mantenere la fiducia nel quadro di bilancio".
 

 

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