Roma, 16 set. (LaPresse) – Il sequestro disposto dal Gip di Taranto “sottrae alla disponibilità di Riva Acciaio tutti i beni, senza disporre alcuna facoltà d’uso a beneficio dell’azienda”. Lo riferisce il gruppo in una nota, in cui smentisce le dichiarazioni “contenute in una nota della Procura di Taranto riprese dalla stampa, secondo cui il provvedimento di sequestro non impedirebbe l’uso degli impianti”. L’azienda prosegue spiegando che “come è noto, in assenza di un espresso provvedimento di concessione della facoltà d’uso, il sequestro preventivo penale impedisce all’azienda ogni utilizzo, in qualsiasi modo o forma, dei beni oggetto di sequestro”. Il provvedimento era stato notificato dalla Procura tarantina a Riva Acciaio lo scorso 9 settembre.

Il gruppo prosegue precisando che “peraltro, come riportato anche dagli organi di stampa in data 14 settembre scorso, in conseguenza del nuovo atto di sequestro, le banche finanziatrici di Riva Acciaio, che erano tornate a riattivare i fidi, ne hanno immediatamente disposto il congelamento totale o la revoca; il blocco degli impianti e dei conti correnti impedisce alla società di svolgere, in questi giorni, non solo la normale attività produttiva, ma anche operazioni minimali, quali pagare le utenze o gli spedizionieri per la consegna dei materiali già venduti”.

L’azienda aggiunge ancora che “con lettera raccomandata e comunicazione a mezzo Pec in data 11/12 settembre, la società ha immediatamente informato il Custode Giudiziario dei beni sequestrati per avvertirlo delle conseguenze operative del sequestro sull’azienda, ma allo stato non ha ricevuto alcun riscontro né scritto né verbale”. Riva Acciaio, conclude il comunicato, “avrà oggi incontri presso il Ministero per lo Sviluppo economico per una valutazione della situazione di emergenza, occupazionale e produttiva, in conseguenza del sequestro”.

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