Le nuove scoperte fanno pensare a una precisa gerarchia all'interno della servitù

È stato ritrovato, nella villa romana di Civita Giuliana, a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, l’arredo di una stanza assegnata agli schiavi. Si tratta di un’immagine di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi, esistente solo a Pompei e dintorni. La nuova stanza, denominata ‘ambiente A’, si presenta diversa da quella già nota come ambiente ‘C’ del 2021: quello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all’interno della servitù. Mentre uno dei due letti trovati in queste settimane è della stessa fattura, estremamente semplice e senza materasso, di quelli del 2021, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come ‘letto a spalliera’. Oltre ai due letti, nell’ambiente recentemente scavato ci sono due piccoli armadi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. “Abbiamo ottenuto quasi una specie di fotografia di un ambiente abitato probabilmente da servi, schiavi” spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, mostrando i ritrovamenti. L’esplorazione archeologica della villa di Civita Giuliana, già oggetto di scavi nel 1907-‘08, ebbe inizio nel 2017 in base a una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che insieme ai Carabinieri aveva scoperto un’attività di scavi clandestini nell’area della Villa, poi sgominata e perseguita sia penalmente che civilmente. 

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