Scenografia da record: 426 oggetti di scena, 100 costumi creati per il cast, una enorme mano meccanica da 340 chili

Un mondo dove magia e fantasia regnano, le meraviglie abbondano e i coloriti personaggi che lo abitano lasciano a bocca aperta. Per entrarvi, basta chiudere gli occhi e sognare. E’ questo il tema dell’ultimo show itinerante del Cirque du Soleil ‘Kurios – Cabinet of Curiosities’, arrivato in Italia dopo una lunga attesa. Presentato dai partner italiani Show Bees e Vivo Concerti, lo spettacolo ha venduto finora oltre 130mila biglietti in tutto il Paese. E’ in scena a Roma da ieri e resterà a Tor di Quinto fino al 29 aprile, per poi spostarsi a Milano a Piazzale Cuoco dal 10 maggio rimanendoci fino al 25 giugno. Questa produzione, la 35esima del Cirque du Soleil dal 1984, vanta un cast di 49 artisti provenienti da 17 paesi diversi, alcuni dei quali sono in tournée con la compagnia canadese da oltre 15 anni.

La storia si snoda attorno alla figura di un Cercatore, un padrone di casa ingenuo quanto ingegnoso che, con innocenza infantile, crede in un mondo invisibile dove risiedono le idee più folli e i sogni più grandosi. Un mondo popolato dai Curiositani e da una figura autoritaria, il signor Microcosmos. Personaggi unici e stravaganti guidano lo spettatore in un luogo meraviglioso, dove tutto accende l’immaginazione e le sue curiosità prendono vita. Un vero kolossal in puro stile Cirque du Soleil, tra curiosità insolite e prodezze acrobatiche mozzafiato.

Credito fotografico Mathew Tsang
Credito fotografico Mathew Tsang

Il team creativo è composto da 17 persone guidate da Guy Laliberté e Jean-François Bouchard. “La maggior parte dei nostri show nascono prima con l’idea di una storia e da lì si procede con l’evoluzione e lo sviluppo dei numeri acrobatici. In questo caso, l’idea era quella del viaggio del nostro protagonista e il team acrobatico a Montreal ha sviluppato i numeri”, spiega la direttrice artistica Rachel Lancaster. “Lavoriamo sodo -aggiunge- affinché qualsiasi spettatore che decide di venire allo show possa rimanere colpito da quello che vede. Lo show deve dire qualcosa sia a un bambino di due anni che a un novantenne. E’ quello che cerca di fare il nostro protagonista, consentire al pubblico di uscire da questo luogo pensando che tutto è possibile al mondo e che se ci troviamo di fronte a qualcosa che non ci piace siamo in grado di modificarlo”.

A rendere lo show un kolossal vi è anche una scenografia da ‘record’: 426 oggetti di scena utilizzati (mai così tanti in uno spettacolo del Cirque), 100 costumi creati per il cast, una enorme mano meccanica da 340 chili costruita con oggetti rari, compreso un dito di legno trovato a Siena durante il Rinascimento. Lo spettatore vive l’esperienza di ritrovarsi in una sorta di camera delle meraviglie insieme al Cercatore, in un’ambientazione da ‘retro-futuro’ con numerosi riferimenti all’inizio della rivoluzione industriale. “È come se Jules Verne incontrasse Thomas Edison in una realtà alternativa, fuori dal tempo”, spiega lo scenografo Stéphane Roy. Il team dei produttori di oggetti di scena ha impiegato circa 250 ore per costruire la pancia rotonda di Microcosmos, mentre per realizzare l’abbigliamento dell’Uomo Fisarmonica il costumista ha trascorso un’intera settimana cucendo all’interno il costume. Costumi ‘ingombranti’, che inevitabilmente rappresentano una difficoltà in più per gli artisti. “Un costume così ti vincola moltissimo nei movimenti. Io ad esempio ho solo le mani, la testa e i piedi liberi. E’ una sfida anche dal punto di vista recitativo, ma mi diverto molto”, racconta Mathieu Hubener, che nello show interpreta due personaggi: Acronet “più acrobatico” e Microcosmos “che mi consente di esibirmi anche come attore e di recitare”. “Sono 12 anni che mi esibisco con il Cirque e 9 anni che sono coinvolto nella creazione e nello sviluppo di questo show. Kurios -aggiunge- mi piace talmente tanto che ancora oggi continuo a essere entusiasta nel realizzarlo”. 

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