L'assassino della ragazza non potrà chiedere il rito abbreviato

La procura della Repubblica di Venezia ha notificato a Filippo Turetta, il giovane accusato dell’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, l’avviso della conclusione delle indagini preliminari. Il capo d’imputazione d’imputazione contestato a Turetta è omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dall’ efferatezza e dai motivi abietti e futili. Inoltre la procura di Venezia contesta al femminicida anche i reati di sequestro di persona e porto abusivo di armi

Turetta non potrà chiedere rito abbreviato

Turetta, di conseguenza, non potrà chiedere il rito abbreviato. Con i capi d’imputazione contestati e l’aggravante della premeditazione e della crudeltà non potrà accedere a riti alternativi che prevedono sconti di pena.  Il cadavere della vittima venne ritrovato dopo giorni di ricerche in un dirupo nei pressi del lago di Barcis e Filippo Turetta, dopo la fuga all’estero venne arrestato in Germania mentre era alla guida della Fiat Punto nera utilizzata anche per trasportare il corpo di Giulia.

Giulia Cecchettin, uccisa da più di 20 coltellate

Giulia Cecchettin morì dissanguata dopo che Turetta, suo ex fidanzato, le recise l’aorta con una delle moltissime e profonde coltellate da lui inferte, come risultò dall’autopsia effettuata alla Uoc di Anatomia Patologica dell’università di Padova sul corpo della ragazza. Turetta, secondo le ricostruzioni, avrebbe aggredito la giovane prima nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo , con la ragazza che sarebbe morta subito dopo la seconda lite, avvenuta a Fossò.

Quando Turetta abbandonò Cecchettin nella zona del lago di Barcis, in provincia di Pordenone, la ragazza era già cadavere. Filippo Turetta avrebbe infierito sul corpo della donna mentre era ancora viva con più di 20 coltellate, profonde diversi centimetri. Quelle mortali avrebbero causato la morte di Giulia per emorragia. Durante l’esame autoptico sono stati effettuati, oltre agli esami ematici, anche quelli radiologici come la Tac.

Turetta, il gip parlò di “aggressione di ferocia inaudita”

Una aggressione di “inaudita ferocia“, scrisse il Gip del Tribunale di Venezia nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Filippo Turetta. Un soggetto giudicato “totalmente imprevedibile”, autore di un “gesto folle e scellerato”, che potrebbe ripetere “nei confronti di altre donne”.

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