Sotto inchiesta anche il capo di gabinetto Matteo Cozzani, accusato di aver favorito Cosa Nostra quando era sindaco di Portovenere

Il “caviale da Monaco” per l’incontro sugli yacht in cui ottenere “finanziamenti”. Soldi e favori per sbloccare i supermercati, trasformare spiagge libere in private e rinnovare concessioni portuali. Travolto da un’inchiesta della procura di Genova il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ai domiciliari per corruzione e corruzione elettorale in concorso su ordine del gip Paola Faggioni. La Guardia di Finanza ha perquisito la Regione e sequestrato 570mila euro a diversi imprenditori.

 

Salvini: “Dimissioni sarebbero resa, ottimo amministratore”

Sul caso è arrivato il commento di Matteo Salvini, contrario a eventuali dimissioni di Toti da governatore della Liguria. “Non sono in condizione di suggerire niente”. Lo “ritengo un ottimo amministratore. In Italia e in tutti i Paesi civili qualcuno è colpevole se condannato in tre gradi di giudizio. Non basta una inchiesta, lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano con velocità la possibilità di farlo. Dimettersi sarebbe una resa dal mio punto di vista perché domani qualunque inchiesta, qualunque avviso di garanzia o rinvio a giudizio porterebbe alle dimissioni di un sindaco o di un amministratore”, ha detto il vicepremier leghista e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a margine dell’inaugurazione di Next Mobility Exhibition, nei padaglioni della Fiera Milano a Rho. 

L’accusa

Toti è accusato dai pm, guidati da Nicola Piacente, di aver ricevuto in più tranche, attraverso il proprio comitato elettorale, 74.100 euro dagli imprenditori del settore logistica e immobiliare Aldo e Roberto Spinelli per agevolare affari. Come trasformare la spiaggia di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata” e realizzare un complesso immobiliare. “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle… ora facciamo la pratica, si può costruire. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’ ora che ci sono le elezioni, c’abbiam bisogno di una mano…”, si rivolge Toti a Spinelli. Per il gip avrebbe incontrato Aldo Spinelli “quasi sempre sullo yacht dell’imprenditore al sicuro da ‘sguardi indiscreti'” nella “imminenza di almeno 4” elezioni. Parlano di business e infrastrutture: “Sei contento che ti ho portato Draghi e ti ha detto che ti fa la diga” gli dice il governatore il 9 febbraio 2022. L’ex giornalista 55enne si sarebbe interessato anche all’apertura dei supermercati Esselunga di Sestri Ponente e Savona accettando da Francesco Moncada (membro del cda della catena gdo, interdetto dall’attività d’impresa) la promessa di un “finanziamento illecito” attraverso alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo di Genova per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022. Terza accusa: il rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse alla società Terminal Rinfuse Genova srl (controllata al 55% dalla Spinelli srl) e l’assegnazione agli imprenditori degli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante e di un’area demaniale di Aspi-Società Autostrade. Pratiche per le quali gli imprenditori alludono a pagamenti occulti.”E belìn! Ridi, te! Però, adesso, il 2 per mille lo dedichiamo tutto a te, eh?. Quello ufficiale è il due per mille… Tutto il resto… Il resto dopo“, dice Spinelli.

In carcere l’ad di Iren, Paolo Signorini

In carcere ci è finito l’Ad di Iren ed ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini. Da due diversi imprenditori avrebbe ricevuto 15mila euro in contanti, 22 soggiorni di lusso a Montecarlo nell’Hotel de Paris comprensivi di giocate al casinò, servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici e un posto al Master di tennis del Principato, fiches per giocare al casinò, una borsa Chanel e un bracciale in oro Cartier da 7.200 euro, carte di credito per viaggiare a Las Vegas.

La figura di Matteo Cozzani

Figura chiave dell’inchiesta il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, ex sindaco di Portovenere e uomo forte nelle Cinque Terre. Raggiunto da due diverse misure cautelari ai domiciliari (Genova e La Spezia) per corruzione e turbativa d’asta. Risponde anche di aver agevolato Cosa Nostra e il clan Cammarata del Mandamento di Riesi. Da coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ del 20-21 settembre 2020 avrebbe promesso, assieme agli indagati Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, esponenti della comunità siciliana di Genova, posti di lavoro per convogliare i voti degli elettori di origine isolana del capoluogo (almeno 400 preferenze). La commissione parlamentare antimafia ha chiesto gli atti alla Dda. Secondo la Procura di La Spezia, da cui è nata l’inchiesta ‘madre’ con ipotesi anche di falso e abuso d’ufficio che ha portato ad altre 9 misure cautelari, Cozzani da sindaco del paese gioiello del levante ligure e capo di gabinetto truccava le gare in cambio di soldi e favori. Metteva in atto “attività amministrativa ad hoc”, fa sapere il Procuratore spezzino Antonio Patrono, per avvantaggiare gli imprenditori milanesi Raffaele e Mirko Paletti (titolare del Grand Hotel di Portovenere) nella realizzazione di uno stabilimento balneare sull’isola patrimonio dell’Unesco che è stato sequestrato assieme a un’ex scuola e 215mila euro. La spiaggia vale “un milione e mezzo di fatturato” e “350mila euro di utili ‘nero’ compreso” dice Cozzani a cena. La Soprintendenza? “L’importante che non dia parere negativo, che cazzo. Perché sennò io me ne sbatto”. Dalle carte emergono favori anche agli uomini di Confindustria Nautica che in cambio commissionano lavori alle aziende intestate al fratello Filippo Cozzani. “Abbiamo portato in Giunta la leggina per il tuo salone eh” si rivolge al direttore commerciale del Salone Nautico Internazionale di Genova, Alessandro Campagna. “Scusa eh – aggiunge al presidente della sigla industriale, Saverio Cecchi – io sono arrivato che al Nautico gli venivano riconosciuti 350.000 euro scarsi nel 2020 no? Ora Campagna esce con 780.000 euro. Anche la banchina t’hanno fatto grazie a me, ricordatelo”. La legge “il 31 luglio viene approvata” dice a Cecchi. “Grande! grande! grande! grande! grande! – la risposta – Io invece ho sistemato per te, amico“. 

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