Secondo la procura generale aveva provocato la morte del fratello malato terminale con un'iniezione di sedativo

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano, dopo oltre due ore di camera di consiglio, hanno assolto Marzia Corini dall’accusa di omicidio volontario per la morte del fratello Marco Valerio Corini, avvocato di vip e calciatori, deceduto nella sua casa di Ameglia, in provincia di La Spezia, il 25 settembre 2015. La donna, medico anestesista di 59 anni, era accusata di aver intenzionalmente ucciso il fratello, malato terminale di cancro, con un’iniezione del sedativo Midazolam. La procuratrice generale Francesca Nanni aveva chiesto una condanna a 14 anni e 2 mesi, mentre il collegio difensivo della donna, composto dagli avvocati Vittorio Manes e Giacomo Frazzitta, aveva chiesto l’assoluzione

I giudici della Corte d’Assise d’appello di Milano hanno stabilito anche il non doversi procedere per le accuse di furto di farmaci e di falso nel testamento. In aula, nel corso della requisitoria, la procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, aveva ricordato “il dato della quota ereditaria” di Marzia Corini “di oltre un milione di euro”.

La vicenda processuale

Quello celebrato a Milano era l’appello-bis nei confronti della donna. Marzia Corini in primo grado era stata condannata a 15 anni di carcere per omicidio, furto di medicinali e falso in testamento. Tra gli elementi presi in considerazione dalla sentenza, una conversazione telefonica tra l’imputata e un’altra persona, in cui Corini aveva affermato di aver fatto per il fratello “l’unica cosa possibile”. Nel 2022, però, la Corte d’Appello di Genova aveva ribaltato il verdetto assolvendo Corini: i giudici avevano rimesso in discussione la ricostruzione fatta in primo grado, stabilendo che Marco Corini fosse morto per la sua malattia e non per l’iniezione fattagli dalla sorella. Avevano anche negato che la donna avesse un movente economico o da rintracciare in rapporti familiari travagliati per uccidere il fratello: semplicemente “non voleva più vederlo soffrire”. La Procura generale di Genova aveva presentato ricorso in Cassazione e nell’aprile dello scorso anno gli ermellini avevano stabilito che il processo andasse riaperto. Oggi un nuovo capitolo con la seconda assoluzione. 

Legale dottoressa: “Assoluzione non cancella 10 anni calvario”

“Aver dichiarato il fatto insussistente significa eliminare ogni ombra nel comportamento di una sorella che ha avuto il solo merito di assistere il fratello nel momento del trapasso e di evitargli le sofferenze che la morta gli stava comportando in ragione delle patologie tumorali che aveva”. Così Vittorio Manes, legale di Marzia Corini, al termine della sentenza della prima corte d’assise d’appello del tribunale di Milano, che ha assolto con formula piana l’anestesista ligure dall’accusa di omicidio nei confronti del fratello Marco Valerio. “È una grande soddisfazione, perché le rare volte dove il diritto viene a coincidere con la giustizia l’emozione è molto forte. Eravamo profondamente convinti della mancanza di ogni responsabilità e colpevolezza per la gravissima contestazione che è stata elevata a Marzia Corini. Siamo molto soddisfatti che i giudici abbiano riconosciuto tutto questo, che però non cancella 10 anni di calvario”.

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