Non è ancora definito come e se un dato di questo tipo possa integrare l'ipotesi di reato di truffa o altre fattispecie

La Procura di Milano sta ipotizzando di attuare analisi sui circa 30 milioni di followers di Chiara Ferragni che sono stati indicati in un’informativa della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta per truffa aggravata sul ‘Pandoro Pink Christmas’ di Balocco e il caso della beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino.

La verifica – allo stato solo ipotetica – potrebbe puntare ad accertare l’esistenza di persone reali associate ai profili social che seguono e interagiscono con l’influencer 36enne o se invece si tratti di ‘pacchetti’ di bot e profili falsi per aumentare l’impressione di un seguito importante sui social network. Non è ancora definito come e se un dato di questo tipo possa integrare l’ipotesi di reato di truffa o altre fattispecie. L’idea di approfondire è nata da quanto scritto dalla Procura generale presso la Corte di Cassazione che ha risolto il conflitto di competenza territoriale tra le Procure di Milano e Cuneo su chi fossero i magistrati titolari dell’indagine.

La sostituta pg Mariella De Masellis e l’aggiunto Alfredo Pompeo Viola hanno infatti segnalato come la “serietà” della “finalità benefica” della campagna di promozione del pandoro Balocco, venduto a Natale 2022 a un prezzo triplo (9,37 euro) rispetto a quello tradizionale (3,08 euro) e pubblicizzato sui canali di Ferragni, sarebbe stata “garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di followers”. “L’enfatizzazione della finalità benefica ha assunto una valenza centrale nella campagnapromozionale – hanno aggiunto – ulteriormente amplificata dai mezzi di comunicazione utilizzati, inducendo in errore i consumatori”. Ferragni potrebbe aver tratto “profitto” anche dal “rafforzamento mediatico” e dal “crescente consenso” ottenuto con un’immagine “associata all’impegno personale nella charity”.

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