Lo ha confessato dal carcere Pancrazio Carrino, arrestato nell'operazione The Wolf

Ha confessato di voler uccidere la pm della Dda di Lecce, tagliandole la gola. È quanto si legge nel verbale dell’interrogatorio del brindisino Pancrazio Carrino – di cui LaPresse ha preso visione – arrestato e condotto in carcere lo scorso mese di luglio nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia salentina chiamata The Wolf, sul clan Lamendola-Cantanna attivo nel Brindisino.

L’ordinanza venne firmata dalla gip Maria Francesca Mariano, su richiesta della pm Carmen Ruggiero. Mariano, lo scorso 2 febbraio, trovò una testa di capretto mozzata davanti alla sua abitazione e il 23 novembre aveva già ricevuto minacce di morte, così come la pm Ruggiero. Per entrambe sono stati rafforzati di sicurezza. 

“Dopo questa notizia della falsa violenza sessuale ho tentato il suicidio nel carcere di Lecce” ed è “cominciata la mia guerra personale con gli agenti della Polizia Penitenziaria perché ero arrabbiato con tutti ciò che rappresenta lo Stato” si legge nel verbale dell’interrogatorio del brindisino Pancrazio Carrino. “Per placare la mia sete di vendetta volevo attirare l’attenzione della Dda su di me subito, all’insaputa del mio avvocato dell’epoca”, ha precisato. “Quindi dico all’agente di polizia penitenziaria, in via riservata, di voler collaborare con i magistrati. Ho dovuto agire in questo modo per non compromettere il mio avvocato dell ‘epoca. La mia vera intenzione era di tagliare la gola al pubblico ministero che si sarebbe presentato ove avesse dato seguito alla mia richiesta di collaborazione”.

Mi preparo un pezzo di ceramica del bordo interno del water della cella d’isolamento e lo avvolgo in una busta nera di plastica della spazzatura. Era sempre il periodo in cui assumevo in dosi eccessive i farmaci” si legge ancora nel verbale dell’interrogatorio. Con quel pezzo di ceramica, Carrino voleva tagliare la gola della pm della Dda. “Arrivato il giorno in cui venivo convocato del pm della Dda di Lecce, che poi ho saputo chiamarsi Carmen Ruggiero, presso il Carcere di Lecce chiesi due minuti per andare in bagno, dove mi infilai negli slip il pezzo di ceramica imbustato”, si legge nel verbale.”Ricordo che dopo essere uscito dal bagno mi sono trovato in una stanza, da solo, diversa da quella dove ero in precedenza, dove è entrato il tenente di San Vito dei Normanni (Brindisi) che mi ha ritrovato il pezzo di ceramica in mano e me lo ha tolto. Se fossi stato lucido quel giorno come lo sono adesso, Carmen Ruggero sarebbe già storia”.

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