Il 28enne è accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata, morta il 23 agosto 2022 a Bologna

Ergastolo per Giovanni Padovani. La Corte di Assise di Bologna ha condannato al massimo della pena l’ex calciatore, accusato di aver brutalmente ucciso l’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, 57 anni, la sera del 23 agosto del 2022 sotto casa sua a Bologna.

La Corte ha riconosciuto tutte le aggravanti richieste dalla Procura a partire dallo stalking, a cui si aggiungono la premeditazione, i motivi abbietti e il vincolo del legame affettivo. Padovani è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali e al pagamento delle provvisionali, immediatamente esecutive, definite in 100mila euro per la sorella di Alessandra Matteuzzi, Stefania, e per la madre: per i due nipoti della donna sono stati stabili 10mila euro, e 5mila euro per le altre parti civili. I danni saranno liquidati in separata sede.

In aula era presente la sorella della donna, Stefania Matteuzzi, che non ha mai saltato una udienza del processo: durante la lettura della sentenza è scoppiata in un pianto irrefrenabile, sorretta dai legali che erano con lei, gli avvocati Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi. Alessandra era con lei al telefono quando quella sera Padovani, allora 26enne, le si avventò contro con una furia incontrollabile colpendola con calci, pugni, botte, per poi passare a un martello e a una panchina presa dal giardino condominiale sotto il palazzo di casa. Un femminicidio che arriva dopo le denunce della vittima, spaventata dalle minacce dell’ex che la tormentava dopo che lei lo aveva lasciato. “Anche quella sera che è stata uccisa lei ha detto ‘ma perché mi sta facendo tutto questo? Con questa sentenza loro hanno esattamente capito quello che lei ha subìto”, le prime parole della sorella Stefania, rilasciate alla TgR Emilia Romagna dopo la sentenza.

Al suo fianco anche la città di Bologna, parte civile, nella persona del sindaco Matteo Lepore, con cui si è abbracciata dopo la sentenza. Oggi, accanto a Stefania, oltre ai figli c’erano i legali che l’hanno sostenuta in ogni passaggio, da ogni punto di vista. “Era comprensibilmente emozionata, ha sempre detto che voleva giustizia, che si fidava della giustizia e credo che oggi l’abbia ottenuta”, ha commentato a LaPresse l’avvocato Petroncini.

In mattinata, prima della lettura della sentenza, Padovani ha rilasciato dichiarazioni spontanee. “Se voi pensate che quello che è successo, che un uomo ammazza una donna, con quella ferocia lì, sia una cosa normale, se queste sono cose che vengono reputate normali da un persona che era completamente capace di intendere e di volere ed era lucida, allora io merito l’ergastolo, anzi non è che io chiedo l’ergastolo, io pretendo l’ergastolo. Io voglio stare ogni giorno, ogni ora ogni minuto della mia vita in carcere“, ha detto il 28enne. “Io non stavo bene, perché una persona che sta bene non fa una cosa del genere. Una persona che sta bene non ammazza un altro essere umano”. 

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