La 57enne è stata uccisa a martellate sotto casa sua a Bologna il 24 agosto 2022. La sorella al telefono: "Ho sentito le urla"

Alessandra Matteuzzi è stata brutalmente uccisa il 24 agosto 2022: presa a botte e martellate dall’ex fidanzato Giovanni Padovani, condannato all’ergastolo. L’omicidio è avvenuto a Bologna, sotto casa della vittima, al civico 42 di via dell’Arcoveggio, dove l’uomo la stava aspettando. Lei aveva 57 anni ed era originaria del capoluogo emiliano, lui 27enne di Senigallia (in provincia di Ancona), al tempo era un calciatore

Il racconto della sorella di Alessandra Matteuzzi

“Ho sentito le urla, perché lei è scesa dalla macchina e ha iniziato a urlare come una pazza, dicendo ‘No Giovanni, ti prego, aiuto‘”, aveva raccontato al Tg Regione Emilia-Romagna la sorella, Stefania Matteuzzi, che al momento dell’uccisione era al telefono con Alessandra. “Ho chiamato immediatamente i carabinieri, che sono arrivati subito, perché abito purtroppo a 30 chilometri da qui ma, alla fine, l’ha massacrata di botte, perché non è riuscita neanche a entrare qua, dentro al portone”. 

“Loro avevano una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte: era un anno e poco più che si conoscevano, però, da gennaio, ha iniziato ad avere delle ossessioni su di lei. Si vedevano poco, circa una volta al mese; poi avevano passato un periodo di qualche giorno insieme, perché lui era in periodo di pausa calcistica ed era stato qua con lei, ma sono successe brutte cose: aveva rotto dei piatti e dei bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento da sotto e le faceva gli agguati nelle scale”, aveva spiegato la donna.

Legale Sancataldese: “Padovani messo fuori rosa. Non aveva le condizioni mentali per giocare” 

L’assassino in passato aveva militato in diverse squadre di calcio di Serie D, fino ad arrivare alla Sancataldese, società che ha sede a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Poco prima di commettere il femminicidio Padovani era stato messo fuori squadra. “Il ragazzo era stato messo fuori rosa da noi perché sabato sera, prima della partita, tra la mezzanotte e l’una, è andato via dal ritiro senza dare comunicazione a nessuno: domenica mattina abbiamo saputo che non c’era più”, aveva dichiarato Salvatore Pirrello, l’avvocato che rappresenta la Sancataldese. “Da quanto ho capito, sabato, parlando con alcuni compagni, aveva detto che sarebbe andato via perché non sentiva le condizioni di poter giocare, a livello mentale, ma non so di che problema si trattasse (diciamo che poi lo abbiamo capito quale potesse essere)”. Nessuno, però, all’interno del club risultava a conoscenza dei dettagli della vita personale del 27enne. “Diceva che stava rientrando a casa perché non poteva più stare qua, ma della questione della ex compagna non ne aveva parlato e anche noi non la conoscevamo. Avevamo capito che, per andarsene via, doveva essere successo qualcosa di particolare, però lui, ieri, aveva contattato qualcuno dicendo di voler tornare perché aveva risolto i suoi problemi. Noi, però, gli abbiamo detto che non c’era bisogno ritornasse e che doveva cercarsi altre squadre”, aveva aggiunto il legale. 

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