Giovanni Barreca ha confessato il triplice omicidio avvenuto nella sua abitazione di Altavilla Milicia

“Dentro mia moglie e i miei due figli si nascondeva il demonio, per questo li ho uccisi, era l’unica cosa da fare”. Lo avrebbe detto appena bloccato dai carabinieri Giovanni Barreca, muratore di 54 anni, che questa notte ha confessato di aver ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin di 16 anni ed Emanuel di appena cinque nella loro villetta di Altavilla Milicia, un comune della provincia Palermitana. Il procuratore capo di Termini Imerese, in serata, ha firmato tre provvedimenti di fermo per omicidio volontario aggravato nei confronti di Barreca e di una coppia di conoscenti, coinvolta nella strage. 

Scampata al massacro la terza figlia di 17 anni

Li avrebbe ammazzati almeno 36 ore prima della telefonata fatta al numero unico per le emergenze alle 3. Poche parole: “Ho ucciso la mia famiglia, venitemi a prendere”. Barreca ha massacrato la moglie, le ha dato fuoco e l’ha fatta a pezzi, prima di nasconderla sotto un cumulo di terra nel giardino della casa di via Regia Trazzera Marina di Granatelli. I figli li ha invece strangolati con una catena, lasciata vicino al corpo del più grande. I sanitari del 118 e i carabinieri della compagnia di Bagheria e del nucleo investigativo di Monreale quando sono entrati in casa hanno trovato la terza figlia, la primogenita di 17 anni, in stato di shock, probabilmente narcotizzata. Ma miracolosamente scampata al massacro. “Era la sua prediletta, forse non ha avuto il coraggio”, racconta una vicina di casa. La giovane è stata soccorsa e portata in una struttura protetta, in attesa che sia in condizioni di parlare con i magistrati della procura di Termini Imerese. Prima di essere trasferita, la 17enne è solo riuscita a spiegare di essersi svegliata e di avere visto i fratelli morti. Per chiarire quando ha scoperto i fratelli uccisi, e soprattutto se il padre l’abbia sequestrata o addirittura drogata, bisogna ancora attendere. La versione dell’unica sopravvissuta sarà decisiva per ricostruire nei minimi particolari la notte dell’orrore.

La pista investigativa della setta religiosa

I carabinieri stanno anche valutando la complicità nella strage di una coppia di conoscenti residenti a Palermo. La furia omicida è esplosa in un contesto di fanatismo religioso, la coppia potrebbe aver convinto Barreca della necessità di compiere la strage per liberarsi della presenza del demonio. Una delle piste investigative è quella di un delitto che potrebbe essere maturato per l’adesione di Barreca a gruppi o sette religiose che lo avrebbero potuto portare a compiere il gesto. Il padre per tutto il giorno è stato sentito in caserma, così come la coppia di conviventi di Palermo che potrebbe aver avuto un ruolo attivo nel massacro. Gli inquirenti lo stanno accertando, anche alla luce delle testimonianze dei vicini che hanno raccontato di aver visto un uomo entrare nell’abitazione sabato mattina. 

Giovanni Barreca era un fanatico religioso e su un suo profilo social ha citato più volte Roberto Amatulli, parrucchiere barese autoproclamatosi pastore evangelico, guaritore ed esorcista, che affermava di essere in grado di scacciare il demonio. Frequentava la comunità evangelista a Bagheria, ripeteva sempre “Dio è con noi”. Lavorava come muratore o imbianchino, ma i soldi non bastavano mai.”La moglie invece faceva la badante”, raccontano Salvina Licata, la zia, ed Elisabetta Cassano, la nonna di Antonella Salamone. La famiglia si era trasferita cinque anni fa da Novara, fino a qualche tempo fa viveva con loro anche la madre malata di Giovanni Barreca, che ora si trova in una casa di cura a Palermo.

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