Il ministro aveva diffuso informazioni sulla sua partecipazione alle violenze contro un banchetto della Lega, vicenda per la quale la 39enne è stata assolta

ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO Il padre di Ilaria Salis, Roberto, ha deciso di querelare il ministro Matteo Salvini. Il ministro aveva diffuso informazioni sull’attacco a un banchetto della Lega, vicenda per la quale la 39enne è stata assolta.

Salis è pronto alla querela per diffamazione in merito alle dichiarazione rese dal leader della Lega e Ministro delle Infrastrutture sulla partecipazione della figlia alle violenze contro un gazebo di partito a Monza. “Si farà dare una Procura dalla figlia Ilaria” spiegano i legali della famiglia Eugenio Losco e Mauro Straini. Roberto Salis ha intenzione di querelare anche Alessandro Sallusti e altri giornalisti che hanno scritto di una sua partecipazione e una denuncia per un blocco stradale oltre 10 anni fa quando il 58enne era un imprenditore.

Meloni a Orban: “Garantire trattamento dignitoso”

“Il tema di un’eventuale detenzione (di Ilaria Salis) in Italia va discusso quando sapremo come va il processo. Ho sentito molte parti di dibattito in Italia ma devo segnalare che a differenza di quello che spesso è stato scritto in Italia anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici. Quello di cui posso parlare oggi con il primo ministro ungherese è che ai nostri connazionali venga garantito un trattamento di dignità, di rispetto e un giusto processo“. Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa al termine del Consiglio europeo a Bruxelles. “Mi permetto di dire anche un veloce processo, nel senso che mi ha colpito che chiaramente si sia aperta l’udienza, chiusa e rinviata a maggio. Spero che su questo si possa fare magari qualcosa di più, per il resto, però, né io, né Orban possiamo entrare oggi nel giudizio di quello che compete alla magistratura“, ha spiegato.

Sasso (Lega): “Basta violenti in cattedra”

Ma la Lega non cambia la propria posizione in merito alla 39enne milanese. “Se qualcuno decide di attuare con metodi violenti le proprie idee, non può fare la maestra. In passato altre ‘maestre’ esponenti dei centri sociali, sono state destituite dall’incarico in seguito a condotte ritenute inopportune dall’amministrazione, senza aver bisogno necessariamente di una condanna penale. Uno dei casi più recenti e popolari è quello di Lavinia Cassaro, maestra piemontese che aveva augurato la morte ai poliziotti durante un corteo dei centri sociali: un gesto ritenuto incompatibile con la professione di insegnante. Cassaro impugnò il provvedimento amministrativo ma pochi mesi dopo il Tribunale del Lavoro confermò il licenziamento, condannandola anche al pagamento delle spese legali. La giurisprudenza italiana parla dunque chiaro. Stando all’art. 498 del Testo Unico dell’Istruzione, Ilaria Salis potrebbe essere destituita e cancellata dalle graduatorie ministeriali per le supplenze, anche senza condanna penale. Augurandole di poter tornare presto dai suoi cari e dimostrare di essere innocente, in punta di diritto per il nostro ordinamento basta porre in essere una condotta lesiva del ruolo ricoperto e delle istituzioni per non poter tornare più in cattedra. Al di là della decisione dei giudici ungheresi e ribadendo loro la richiesta di garantire i diritti fondamentali a Salis, è un fatto accertato che lei sia stata trovata in possesso di un oggetto atto a offendere ed in compagnia di elementi facinorosi. Se infine dovessero emergere per la Salis dei precedenti di polizia per fatti avvenuti anche in Italia, allora dovremmo chiederci come abbia potuto svolgere anche un solo giorno di supplenza. Non vogliamo in nessun modo nemmeno pensare che in cattedra con i nostri figli possano esserci state persone che sono incompatibili con la missione educativa, da uomo di scuola non lo posso consentire. La Lega vuole chiarezza ed è dalla parte di tutti quei genitori stanchi di docenti inadatti al ruolo“, ha detto Rossano Sasso, capogruppo del Carroccio in Commissione Cultura alla Camera. 

La lettera dal carcere

“Avevo un appuntamento fissato in Italia alla fine di marzo per un’ecografia al seno: diversi dottori in Italia mi hanno raccomandato di controllare periodicamente. A metà giugno mi hanno finalmente portato in un ambulatorio dove mi hanno fatto ecografia e mammografia. Io non ho ricevuto nessun referto scritto, che invece è stato consegnato al medico del carcere, a cui sia io sia l’avvocato abbiamo chiesto più volte che il referto sia inviato all’avvocato, ma al momento non gli hanno ancora inviato niente”. Così Ilaria Salis nella lettera inviata il 2 ottobre ai suoi avvocati in Italia, Eugenio Losco e Mauro Straini, durante la carcerazione preventiva in Ungheria. “Oltre alle manette qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette. Anche i piedi sono legati tra loro: intorno alle caviglie mettono due cavigliere di cuoio chiuse con due lucchetti e unite tra loro da una catena lunga circa 25 centimetri. Poi mettono un’ulteriore manetta a un solo polso, a cui è fissato un guinzaglio di cuoio che all’altezza dell’estremità è tenuto in mano dall’agente della scorta. Tutto questo materiale pesa qualche chilo e la legatura ai piedi permette di fare passi molto corti” scriveva nella missiva, anticipata da LaPresse lo scorso 29 nnovembre. “Legata così ho dovuto salire e scendere diversi piani di scale – scrive Salis – Si rimane legati così per tutta la durata dell’udienza e sono rimasta così legata anche per tutta la durata dell’esame svolta dall’antropologo”. Lo scritto di 18 pagine è stato depositato dagli avvocati nell’ambito del procedimento che riguarda Gabriele Marchesi, il 23enne arrestato a Milano a novembre su mandato d’arresto europeo e del quale l’Ungheria chiede la consegna. La Corte d’appello di Milano deciderà il 13 febbraio.

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