L'avvocato dello zio: "Il movente? Culturale"

Shabbar Abbas, il padre della 18enne di origini pachistane scomparsa a Novellara, nel Reggiano, nella primavera del 2021 e ritrovata morta nel novembre 2022, tra i cinque imputati per il suo omicidio, questa mattina, in aula, durante la spiegazione della documentazione fotografica esposta dal medico legale Cristina Cattaneo, non ha guardato nessuna immagine del cadavere e si è mostrato commosso. Cattaneo, durante l’udienza, ha riferito che l’enumazione del corpo di Saman Abbas è stata molto complicata, soprattutto durante il recupero di alcune parti del corpo (a seguito anche della “scheletrizzazione” degli arti superiori). 

L’avvocato dello zio: “Movente? Culturale”

Il movente, dal mio punto di vista, è culturale e credo che sia il motivo di tanto interesse mediatico rispetto a questo processo, perché è un tema di assoluta attualità dal punto di vista giudiziario, perché è un quid novum nel diritto penale italiano, che norme culturali possano determinare la realizzazione di reati, abbiamo importato questo fenomeno insieme con l’immigrazione, quindi è nuovo dal punto di vista scientifico, cioè del diritto penale, ed è nuovo dal punto di vista sociale”. Lo ha dichiarato, a margine dell’udienza, Liborio Cataliotti, avvocato di Danish Hasnain, zio di Saman Abbas, imputato insieme ad altri quattro parenti per l’omicidio della 18enne, scomparsa a Novellara (Reggio Emilia), e trovata morta a novembre 2022, parlando dell’ipotesi di movente. “Mi sembra più significativo il fatto che la perizia medico-legale ritenga possibile un ventaglio di ipotesi molto ampio, cioè che sia stato un uomo o una donna, non necessariamente giovane, ma anche in età, che l’omicidio possa essersi commesso in meno di un minuto e mezzo, il che significa, molto banalmente, che quando, per circa due minuti scompare dall’obiettivo la povera Saman con la mamma, lì può già essere avvenuto l’omicidio”, dice ancora il legale, commentando la spiegazione della documentazione fotografica esposta dal medico legale, Cristina Cattaneo, tratta dalla perizia sul corpo. Dall’esame fatto dai periti, rispetto a tutti i reperti individuati sul luogo dove la 18enne è stata sepolta, non comparirebbe il profilo genetico di nessuno dei cinque imputati. “Degli altri imputati non parlo, del mio rilevo che lui, con grande onestà, sia pur parlando dell’occultamento del corpo, aveva detto di averlo toccato, anche se quando già la povera ragazza era deceduta, quindi, ai fini della difesa, questa perizia medico-legale nulla toglie e nulla aggiunge”, aveva detto Cataliotti. 

L’avvocato del padre: “Omicidio potrebbe essere avvenuto altrove”

Il mancato ritrovamento delle scarpe si Saman “a me, ha sempre evocato che l’omicidio possa non essere avvenuto in quel luogo, che Saman quella sera si possa essere recata a casa di qualcuno, che giunta in quell’abitazione possa essersi messa comoda, togliendosi le scarpe ed eventualmente le calze e che, in quel contesto diverso, possa essere successo qualcosa che ha poi portato alla sua uccisione”. Lo ha detto Enrico Della Capanna, uno degli avvocati di Shabbar Abbas, il padre di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane sparita nella primavera 2021, dopo essersi opposta a un matrimonio forzato, e trovata morta nel novembre 2022, commentando quanto accaduto questa mattina in aula, a seguito dell’esposizione della perizia sul corpo della ragazza. Tra gli elementi emersi subito dopo il ritrovamento c’è il mancato rinvenimento delle scarpe della ragazza. Shabbar Abbas è imputato, insieme ad altri quattro parenti, per l’omicidio della ragazza.

“La morte per strozzamento può evocare anche un gesto d’impeto – ha spiegato ancora l’avvocato -. Bisognerà capire, ma verranno dei periti che hanno fatto analisi molto approfondite, se l’ipotesi che quella buca (dove è stato trovato il corpo della ragazza, ndr) sia stata scavata il 29 di aprile con quegli strumenti che, secondo l’accusa, sarebbero quelli che i protagonisti imputati avrebbero utilizzato per scavare la fossa; è un’ipotesi ragionevole e sostenibile. Se cade questa, poi l’ipotesi può anche essere che la buca possa essere stata scavata successivamente e in un altro momento”.  “Scavare la fossa può avere rilevanza rispetto al movente e alla premeditazione, non certo per indicarci che la morte sia avvenuta in quel luogo e a quell’ora”, ha aggiunto il legale. “Non mi sento di dire adesso, in questo momento, cosa può essere successo quella sera: oggi alimento il dubbio che l’omicidio possa anche essersi verificato quella sera e in quel luogo – aveva chiarito Enrico Della Capanna – Ci sono elementi che devono ancora essere scrutinati”. Per l’omicidio della ragazza, oltre al padre, è imputata la madre (ancora latitante), uno zio e due cugini (tutti e tre detenuti nel carcere d Reggio Emilia).

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