L'inchiesta dopo un esposto del ministro della Difesa, Crosetto. Tra i nomi osservati anche quello di Totti

È partita da Roma, ed è arrivata alla Procura di Perugia, l’informativa di reato relativa ad un presunto accesso abusivo alla banca dati delle forze di polizia da parte di un ufficiale della Guardia di Finanza in servizio alla Direzione Nazionale Antimafia. L’inchiesta è cominciata dopo un esposto alla Procura di Roma del ministro della Difesa Guido Crosetto, presentato dopo che erano state pubblicate, su alcuni quotidiani, informazioni sensibili riguardo ad alcuni presunti compensi che aveva percepito lecitamente da Leonardo, la società partecipata dallo Stato che si occupa di strumentazioni per la difesa. Il Ministro smentì con forza le accuse che gli vennero mosse e presentò subito l’esposto dove si chiedeva di accertare come la stampa fosse entrata in possesso di dati sensibili e riservati, coperti da privacy, che lo riguardavano. Le indagini tecniche ed informatiche hanno svelato che effettivamente il graduato delle Fiamme Gialle aveva effettuato almeno 100 “visure” patrimoniali quasi tutte su nomi altisonanti della politica e di importanti istituzioni ma che a suo dire erano regolarmente autorizzati e motivati da delicate indagini in corso. Le indagini e le verifiche però hanno hanno svelato che tutti gli accessi, finiti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti erano abusivi e quindi non autorizzati.

Perugia, Crosetto: “Tentativo di condizionare formazione governo” 

“Oggi ho letto, su alcuni quotidiani, l’evoluzione di un’indagine giudiziaria nata grazie a una mia denuncia del 31 ottobre 2022. È emersa l’esistenza di un tentativo di condizionare la composizione del nuovo governo attraverso l’acquisizione illecita e la diffusione strumentale di notizie false per attaccarmi. Un sistema di dossieraggio illegittimo”. Così in una nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Tra i report anche segnalazioni antiriciclaggio

Negli atti d’indagine sui presunti accessi abusivi alla banca dati delle forze di Polizia compare anche il nome di un magistrato che, all’epoca dei fatti contestati al finanziere, svolgeva l’attività di sostituto procuratore alla Direzione Nazionale Antimafia. Questo elemento ha fatto si che il fascicolo passasse per competenza alla Procura di Perugia di Raffaele Cantone dove vengono trattate anche le inchieste e le notizie di reato dove sono coinvolti magistrati in servizio negli uffici giudiziari di Roma. Secondo quanto è emerso fino ad ora, e che in giornata verrà chiarito da un comunicato stampa annunciato dalla Procura di Perugia, tra i report che il graduato della finanza infedele “collezionava” c’erano segnalazioni antiriciclaggio su presunte operazioni sospette, trasmesse dalla Banca d’Italia alla Guardia di Finanza e alla Direzione Nazionale Antimafia.

Pm Cantone: “Indagini in corso da aprile”

“Le indagini svolte in un primo momento dalla Procura di Roma avevano portato a individuare come autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche da ritenersi presumibilmente non leciti un appartenente alla Guardia di Finanza, in forza al Nucleo di polizia valutaria di Roma ma distaccato presso la Procura Nazionale Antimafia. Il soggetto era stato doverosamente iscritto nel registro delle notizie di reato per il delitto di cui all’art. 615 ter c.p. e dopo l’interrogatorio dell’indagato, che aveva rivendicato la piena correttezza del suo operato, essendo emersi dalle investigazioni svolte anche ulteriori possibili accessi non leciti, il Procuratore della Repubblica di Roma, previa una riunione di coordinamento ed in pieno accordo con lo scrivente, trasmetteva, nell’aprile di questo anno, il fascicolo a questo ufficio, “per le valutazioni di competenza”. Così in una nota il Procuratore Capo di Perugia Raffaele Cantone dopo la notizia dell’inchiesta sui presunti “dossieraggi” su politici e vip cominciata dopo l’esposto, del Ministro della Difesa Guido Crosetto, presentato dopo la pubblicazione su alcuni quotidiani di dati sensibili e riservati, su alcuni compensi che aveva ricevuto dalla società partecipata statale “Leonardo”. 

Al vaglio accessi al nome di Totti

Tra gli oltre cento accessi abusivi alla banca dati dell’antiriciclaggio, che raccoglie le segnalazioni di operazioni sospette, ce ne sarebbe anche uno fatto inserendo il nome dell’ex capitano della Roma, Francesco Totti, non indagato nell’inchiesta. L’ex giallorosso finì, a gennaio scorso, al centro di una vicenda, pubblicata su alcuni quotidiani, legata ad una segnalazione inserita nel sistema Sos del database della Guardia di Finanza su tre bonifici, considerati “sospetti” dall’Autorità dell’Antiriciclaggio.

Presunto dossieraggio su imprenditori e parenti politici

L’attenzione del pool di investigatori, delegato dalla Procura di Perugia alle indagini sui presunti accessi abusivi al sistema informatico della banca dati delle segnalazioni bancarie dell’Antiriclaggio, è concentrata su alcune ‘interrogazioni’ fatte inserendo i dati di imprenditori e parenti di personaggi politici. Tra questi gli investigatori stanno verificando se gli accessi abusivi abbiano interessato, tra gli altri, l’armatore Vincenzo Onorato, presidente di Moby Lines, l’ex premier Giuseppe Conte e il suo ex portavoce Rocco Casalino, il ministro della Difesa Guido Crosetto, firmatario dell’esposto presentato il Procura a Roma che ha dato il via all’inchiesta, e su un plusvalenza, transitata regolarmente sul circuito bancario, generata dalla vendita lampo di una villa a Forte dei Marmi, che il sociologo Francesco Alberoni aveva ceduto per la somma 2,45 milioni di euro a Dimitri Kunz, compagno della ministra del Turismo Daniela Santanchè, e a Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato Ignazio La Russa, i quali l’avrebbero poi rivenduta subito a Antonio Rapisarda per 3 milioni di euro.

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