Il provvedimento, nei mesi passati, ha acceso lo scontro tra associazioni e governo

Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva dell’obbligo di esporre il cartello del prezzo medio dal 1 agosto presentata con ricorso nei giorni scorsi dalle associazioni dei benzinai. Lo si apprende da fonti Mimit. Obbligo e scadenza restano quindi entrambi confermati : a partire dal 1 agosto tutte le pompe di benzina dovranno esporre il cartello del prezzo medio dei carburanti. 

Il provvedimento, nei mesi passati, ha acceso lo scontro tra associazioni e governo. Da un lato l’esecutivo si è mosso – come più volte ribadito dal ministro Urso – con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza ai consumatori. Dall’altra parte le associazioni di categoria e le imprese che non hanno mai nascosto la propria contrarietà nei confronti di un norma che, sostengono, non è realmente funzionale alla tutela degli utenti. 

Assoutenti: “Speculazione è prima della pompa”

“Tutto ciò che favorisce la trasparenza e la semplificazione nella comunicazione dei prezzi ai consumatori è positivo, ma il faro va puntato sulle speculazioni che avvengono prima dell’arrivo dei Carburanti ai distributori” ha commentato Assoutenti. “Giusto garantire trasparenza ai cittadini, ma il vero problema dei prezzi dei Carburanti si insinua nella fase che va dall’acquisto del petrolio alla sua raffinazione fino alla vendita di benzina e gasolio alla pompa – spiega il presidente Furio Truzzi – Passaggi in cui si accumulano ricarichi ingiustificati che generano enormi extra-profitti per società petrolifere e intermediari e fanno crescere il prezzo ai distributori, e su cui manca del tutto trasparenza. Sarebbe interessante capire come cambia il prezzo dei Carburanti nei vari passaggi di filiera, e chi davvero si arricchisce sulle tasche dei consumatori quando i listini alla pompa non seguono in alcun modo l’andamento del petrolio” – conclude Truzzi. 

Gestori annunciano ricorso a Consiglio di Stato

Le Associazioni di rappresentanza dei Gestori Fegica e Figisc Confcommercio, annunciano l’appello immediato al Consiglio di Stato, auspicando l’accoglimento delle motivazioni che le hanno indotte a presentare il ricorso avverso i provvedimenti governativi. “In questo senso – prosegue il comunicato – Fegica e Figisc confermano la propria ferma determinazione diretta alla tutela, in ogni sede, dei legittimi diritti di una Categoria che non ha, come noto ormai a tutti, nessuna possibilità di incidere sul prezzo finale dei Carburanti e, nonostante tale accertata evidenza, risulta destinataria di nuove norme e nuovi obblighi, di cui ribadiscono l’assoluta inutilità e la devianza del cartello del ‘prezzo medio’, che non porterà alcun vantaggio ai consumatori, ma come, più volte espresso dalla stessa AGCOM, è incompatibile ai fini della concorrenza”.

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