Trenta giorni di tempo per l'Azienda Sanitaria locale per verificare la sussistenza dei presupposti. Domani la nomina della Commissione

Il Tribunale di Trieste ha respinto il ricorso in tema di suicidio assistito di una signora (identificata con il nome di fantasia di ‘Anna’) nei confronti dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) nel quale chiedeva di stabilire le modalità di esecuzione del Fine vita e di prescrivere e fornire il farmaco da somministrarsi, dopo aver verificato se la stessa fosse affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche intollerabili e se la sua scelta fosse capace, libera ed informata. La richiesta non è stata accolta. Per i giudici Asugi si deve al momento limitare ad accertare se la paziente “sia mantenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale” se sia “affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche ritenute dalla stessa intollerabili” e sia “pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli” ma mancano invece i presupposti per ordinare di “determinare il trattamento farmacologico che consenta alla paziente di porre fine alla propria vita” e di “verificare le modalità di esecuzione del suicidio”. In particolare non sarebbe scontato l’esito dell’accertamento sulle condizioni cliniche della donna e per questo, per ora, “non sussistono i requisiti di attualità” della richiesta. In ogni caso – fa sapere Asugi con una nota – spetterà al Comitato Etico competente, individuato dal Tribunale nel CEUR – che dovrà a tal fine essere espressamente interpellato – pronunciarsi in ordine alla “sussistenza dei presupposti per il trattamento di fine vita e sulle modalità esecutive individuate”.

Ass. Coscioni: tribunale dà 30 giorni ad Asugi per verificare diritto

“Il Tribunale, come si legge nella decisione e in accoglimento delle domande di ‘Anna’, tramite i suoi legali, ha accertato il diritto costituzionalmente garantito della donna a ottenere entro 30 giorni il completamento delle verifiche di cui alla sentenza Cappato, evidenziando come fino a ora l’ASUGI non abbia adempiuto ai propri obblighi di tutela del diritto alla salute della paziente. Il Tribunale ha anche chiarito che il parere del comitato etico deve essere espresso solo dopo il completamento di tutte le verifiche da parte dell’Azienda Sanitaria, visto che l’ASUGI aveva erroneamente chiesto questo parere prima di procedere all’accertamento delle condizioni di ‘Anna’ e all’individuazione del farmaco letale, così male interpretando la sentenza 242/2019”. Lo dice in una nota l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e di difesa che ha seguito ‘Anna’.

“Importante inoltre la condanna al pagamento di 500 euro per ogni giorno di ritardo nell’adempimento dei propri obblighi. Quindi se l’Asugi entro il termine di 30 giorni stabilito dal Tribunale non avrà concluso le verifiche di sua competenza, e non avrà di conseguenza ancora accertato che ‘Anna’ possegga o meno tutti i requisiti per accedere alla morte volontaria, come individuati nella sentenza Cappato, e (all’esito delle verifiche) non avrà individuato il farmaco letale e le modalità di attuazione, dovrà pagare una sanzione. È infatti inammissibile ritardare l’esercizio di un diritto fondamentale costituzionalmente garantito, e così comprimere la libertà, la dignità e l’autodeterminazione di ‘Anna’, la cui sofferenza è costante e le cui condizioni di salute sono peggiorate dal giorno della richiesta iniziale all’Azienda Sanitaria”, conclude Filomena Gallo.

Cappato: “Sia data immediata attuazione”

“Questa decisione non solo è importante perché individua dei termini brevi (30 giorni) entro cui l’Azienda Sanitaria deve completare le verifiche previste dalla Corte costituzionale, cercando così di arginare il rischio che si ripetano casi come quello di Federico Carboni, ma anche perché pone in evidenza la necessità che siano dettati tempi certi e perentori entro cui le Aziende Sanitarie Locali devono svolgere tutte le verifiche di loro competenza. È esattamente quanto chiede la Proposta di Legge Regionale dell’Associazione Luca Coscioni che sarà presto depositata in Consiglio regionale” afferma Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che continua: “C’è da sperare che sia data immediata attuazione alla sentenza per non rischiare di aggiungere al grave danno per ‘Anna’ la beffa per i cittadini del Friuli Venezia Giulia di essere chiamati a risarcire quel danno”.

Dg Asugi: domani nomina commissione per ‘Anna’

L’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina nominerà domani mattina la Commissione di esperti che deve esprimersi sulla vicenda di ‘Anna’, triestina di 55 anni affetta da sclerosi multipla, che chiede di essere sottoposta a tutte le verifiche necessarie per poter accedere all’aiuto al “suicidio medicalmente assistito”. Lo riferisce raggiunto telefonicamente da LaPresse il Direttore generale dell’Asugi, Antonio Poggiana, che afferma come l’Azienda sanitaria-universitaria rispetterà il limite di 30 giorni imposto dal Tribunale civile di Trieste per rispondere a tre domande: la paziente è “mantenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”; è “affetta da patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psichiche ritenute dalla stessa intollerabili”; è “pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”. Per ogni giorno di ritardo successivo ai 30 giorni scatterà una multa da 500 euro. La relazione della Commissione potrebbe essere impugnata dalla donna in caso di parere negativo oppure inviata al Comitato Etico Unico della Regione Friuli Venezia Giulia, come indicato dai giudici, per pronunciarsi sulla “sussistenza dei presupposti per il trattamento di Fine vita e sulle modalità esecutive individuate” a cominciare dai trattamenti farmacologici che consentano eventualmente alla paziente di porre Fine alla sua vita. L’ordinanza del Tribunale di Trieste ha condannato Asugi a rifondere alla 55enne metà delle spese processuali sostenute liquidate in 1.500 euro.

 

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