L'accusa chiede il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e futili motivi, la decisione è attesa per il 5 luglio

Condannare all’ergastolo Rassoul Bissoultanov. È la richiesta della procura generale nell’ambito del processo d’appello per l’omicidio di Niccolò Ciatti, che si è aperto oggi davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma. L’accusa chiede il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e futili motivi. Nel processo di primo grado, che si è concluso il 7 febbraio scorso, il cittadino ceceno è stato condannato a 23 anni di carcere. La decisione dei giudici d’appello è attesa per il 5 luglio.

Bissoultanov è accusato di aver ucciso Ciatti la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, dopo un violento pestaggio in una discoteca a Lloret de Mar, Girona, in Spagna. Bissoultanov è stato condannato anche in Spagna, con una sentenza di primo grado a 15 anni, arrivata a Girona, che è stata confermata  dalla Corte d’Appello di Barcellona. L’uomo dovrà scontare la condanna che diventerà definitiva per prima, e con tutta probabilità sarà quella spagnola. Intanto è latitante dal luglio del 2022, quando ha fatto perdere le proprie tracce il giorno dell’udienza in cui, a Girona, veniva valutata la possibilità che tornasse in carcere.

Pg: “Bissoultanov feroce su inerme, non fu una rissa”

La notte tra l’11 e il 12 agosto 2017, nella discoteca di Lloret de Mar, in Spagna, dove Niccolò Ciatti venne pestato a morte, Rassoul Bissoultanov si scagliò sulla vittima “con furia cieca” e “non ci fu nessuna rissa”. È quanto evidenziato dalla procuratrice generale Debora Landolfi e dal pm Erminio Amelio nel processo d’appello sull’omicidio del giovane nel quale l’accusa chiede la condanna allergastolo per l’imputato. “Le telecamere hanno ripreso l’aggressività di Bissoultanov, la sua spavalderia e la ferocia che non si è fermata neanche davanti a un corpo inerme a terra – sostiene l’accusa – La crudezza del video che ha immortalato l’omicidio è indicativa: Bissoultanov dà calci da perfetto professionista, con tecnica da mma”. “Ha ucciso Niccolò con un calcio alla tempia, ‘sferrato con l’intento di provocare la morte’ come scrivono anche per i giudici spagnoli”, prosegue il pm secondo il quale il calcio di Bissoultanov è stato “una sorta di esecuzione”. “La fantasia difensiva ha detto che quella sera ci fu una rissa – conclude il magistrato – Ma una rissa, come mostrano le immagini delle telecamere, non c’è mai stata. Nessuna rissa ma una feroce aggressione”.

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