L'esposto della difesa della donna: le ipotesi di reato sono anche lesioni e minacce aggravate

L’avvocata Debora Piazza che assiste Bruna, la trans manganellata da agenti della Polizia locale di Milano, ha presentato questa mattina denuncia-querela in procura a Milano con le ipotesi di reato di tortura aggravata dalla discriminazione razziale, lesioni aggravate dall’abuso di potere e minacce aggravate. L’esposto è stato depositato alla procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al sostituto procuratore Giancarla Serafini che indagano sui fatto, avvenuto mercoledì scorso in zona Bocconi e divenuto virale grazie a video sui social filmati da diversi studenti dell’Università milanese.

“Chiusa in auto 20 minuti tra gli insulti”

Chiusa in auto per 20 minuti ammanettata, con spray al peperoncino negli occhi e inseguita dagli agenti della Polizia locale di Milano che l’avrebbero insultata con frasi come “f… di merda” e “trans basta***“. È quanto riferisce a LaPresse l’avvocato Debora Piazza che questa mattina ha depositato la denuncia-querela in Procura a Milano. La donna è stata refertata venerdì al Pronto soccorso del Policlinico di Milano, oltre 48 ore dopo i fatti, e rilasciata con 5 giorni di prognosi a causa delle percosse, in particolare il colpo alla testa immortalato dai video che circolano online e che gli inquirenti di Milano hanno acquisito. Negli ultimi due giorni la 41enne avrebbe avuto – stando alla sua legale – due episodi di vomito e giramenti di testa

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