In piazza del Gesù nuovo si contano i danni della guerriglia mentre si cerca di risalire alla catena di responsabilità di quanto accaduto

Il giorno dopo, in piazza del Gesù nuovo, a Napoli, si contano i danni della guerriglia scatenata ieri dai tifosi dell’Eintracht Francoforte, mentre si cerca di risalire alla catena di responsabilità di quanto accaduto e si tirano le somme: tra le forze dell’ordine ci sono sei tra feriti e contusi mentre non si ha contezza di eventuali feriti tra gli ultrà dell’Eintracht perché – con ogni probabilità – hanno evitato di recarsi nei pronto soccorso cittadini per non essere identificati dai presidi delle forze dell’ordine tornati in ‘servizio’ dagli inizi del mese di marzo per garantire la sicurezza negli ospedali. Sono 8 al momento gli arrestati, di cui 5 tifosi partenopei e 3 tedeschi, ma sono in corso le operazioni di identificazione degli ultrà dell’Eintracht.

Se era prevedibile che gli scontri sarebbero stati inevitabili, perché non si è intervenuti diversamente? Nel palazzo di governo, il prefetto partenopeo Claudio Palomba, ha convocato una riunione urgente del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Per 48 ore, assicura il prefetto, le forze dell’ordine hanno evitato contatti tra le due tifoserie. “Credo sia prioritario riconoscere agli operatori delle forze di polizia una professionalità e un equilibrio che è stato mantenuto nel corso della due giorni – ha affermato – Non dico che non ci siano stati incidenti, ma riaffermo che, grazie alle forze dell’ordine, è stato evitato qualsiasi contatto tra le tifoserie, per 48 ore”. I tedeschi “sono venuti da cittadini dell’Unione europea”, comprando pacchetti turistici nell’autunno scorso. Parla di “teppisti” il sindaco di Napoli che “si autodefiniscono tifosi, ma girano in Europa e si mettono d’accordo secondo una strategia militare, non sono certo delle educande” e li ha paragonati ai black bloc ai quali “quando si è dovuto impedire di girare, è stato sospeso Schengen, non c’era un questore che diceva loro di non muoversi”. Gli ultrà dell’Eintracht erano arrivati in gruppi sparsi, ma organizzati tra loro: alcuni a Bergamo, in virtù del gemellaggio con l’Atalanta, altri a Salerno dove vi erano ad attenderli altre persone che li hanno poi portati a Napoli.

Per Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, Ursula von der Leyen “dovrebbe interessarsi al calcio” perché non va bene “che un organismo così importante ignori il calcio e lo lasci nelle mani di chi gode di una posizione dominante senza precedenti”. Manfredi non risparmia critiche al capo della Uefa Aleksander Ceferin che, nei giorni scorsi, si era detto contrario al divieto di vendita dei biglietti ai tedeschi. “Parole inaccettabili”, ha evidenziato. Nella notte, dopo la partita la polizia è dovuta intervenire di nuovo dopo le scene di guerriglia di ieri: gli ultrà azzurri hanno tentato di avvicinarsi alla zona del lungomare dove, all’hotel Continental risiedeva l’altra tifoseria. Poi gli ultrà tedeschi sono stati scortati dalle forze dell’ordine verso Roma, all’aeroporto di Fiumicino, Capodichino scalo aeroportuale di Napoli e Salerno. E a Fiumicino, la polizia ha impedito che vi fossero scontri tra i tedeschi e i supporter di Lazio e Roma, in partenza verso Spagna e Olanda. Interi gazebo e dehors dei locali e dei bar di Calata Trinità maggiore sono andati distrutti, così come i vetri dei negozi della strada e 5 autobus di linea dell’Anm, l’azienda napoletana di mobilità, con danni che il sindaco di Napoli ha quantificato in circa 20mila euro.

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