Il nome in codice era "Fragolone", il boss chiedeva di mettere a stendere "stracci alla finestra" in caso di pericolo

I pizzini che hanno portato all’arresto di Rosalia Messina Denaro, la sorella di Matteo Messina Denaro, sono stati trovati in parte nel covo di vicolo San Vito a Campobello di Mazara e in parte nella casa della sorella, la storia abitazione della famiglia, in via Alberto Mario a Castelvetrano. L’operazione che ha portato all’arresto di Rosalia Messina Denaro è stata condotta dai carabinieri del Ros, dai militari del comando provinciale di Trapani, supportati dallo squadrone eliportato dei Cacciatori di Sicilia. La misura cautelare è stata disposta dal gip di Palermo Alfredo Montalto. Subito dopo l’arresto sono scattate decine di perquisizioni in provincia di Trapani. 

Un pizzino nascosto in una sedia della casa di Rosalia Messina Denaro lo scorso dicembre diede l’input per la cattura del superlatitante. Lo scoprirono i militari del Ros mentre piazzavano alcune cimici nella casa della donna. Il biglietto, scritto da Rosalia conteneva la descrizione dettagliata delle condizioni cliniche di Matteo Messina Denaro. Con la diagnosi precisa poi i carabinieri del Ros e i magistrati della Dda guidati dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido hanno cominciato a scandagliare il database del sistema sanitario nazionale per trovare le persone affette da quel tumore di un’età compatibile e in Sicilia. Una ricerca che poco alla volta ha portato al nome di Andrea Bonafede. Il riscontro finale è arrivato controllando le celle del telefono del vero Andrea Bonafede ed è emerso che al momento delle operazioni a Mazara del Vallo e a Palermo il suo telefono era a casa funzionante.

“Assecondando i ritmi imposti dai continui e incessanti arresti che hanno flagellato e decimato la famiglia di sangue del latitante, Rosetta, nome in codice Fragolone (così la indicava il fratello nei biglietti ndr) ha negli anni svolto il ruolo può dirsi forse più affidabile: quello di referente per tutti gli affari di famiglia e quella di fedele detentrice del denaro contante” si legge nella misura cautelare emessa dal gip. 

Rosalia Messina Denaro era la cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di Denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle. “Nel caso di Condor (incaricato di trasportare i pizzini, ndr) c’è qualcosa che non va, devi mettere questo segnale che ti allego al disegno 1. Conosci il posto. Metti a stendere uno straccio o più stracci, il colore non importa, io lì ho dipinto di blu, ma può essere di qualsiasi colore. Messo in quel posto reparto se ne accorge da lontano e non si avvicinerà ed andrà via. Naturalmente se accade ciò si perdono i contatti quindi devi essere sicuro che ci sia qualcosa che non va, non vorrei perdere i contatti per un falso allarme” prosegue l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido.

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