Saranno ascoltati venerdì 13 gennaio a Palermo nel processo a Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e abuso d'ufficio per i fatti dell'agosto 2019

Nel processo ‘Open Arms’ a Matteo Salvini in corso a Palermo venerdì 13 gennaio verranno sentiti come testimoni della Procura, l’onorevole Giuseppe Conte, presidente del consiglio all’epoca dei fatti, Luigi Di Maio, vice presidente del consiglio all’epoca dei fatti e Luciana Lamorgese, già ministro dell’Interno nella passata legislatura. Lo comunica la ong spagnola Open Arms in una nota.

Il leader della Lega e attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio per i fatti dell’agosto 2019, all’epoca ministro dell’Interno nel Governo Conte I, quando la nave di ricerca e soccorso Open Arms della organizzazione umanitaria attese 19 giorni in mare prima di far sbarcare 160 persone soccorse in tre diverse operazioni.

“Durante le ultime udienze – ricorda Open Arms – le dichiarazioni dell’allora dirigente del ministero dell’Interno Fabrizio Mancini, avevano fatto emergere la presenza di un video, girato dal sottomarino della Marina Militare Venuti, presente al momento del primo soccorso della Open Arms, il primo di agosto, e di un file audio registrato sempre dallo stesso in cui si ipotizzava una conversazione in lingua spagnola tra il capitano della nave e una terza persona non meglio identificata”.

“Il video, già agli atti – prosegue la nota – dimostra che l’imbarcazione da noi soccorsa si trovava in condizioni di instabilità e sovraffollamento come evidenziato dalla perizia tecnica eseguita dai consulenti della Procura, mentre gli audio rappresentano nient’altro che la conversazione tra il Capitano della Open Arms, Marc Reig e uno dei marinai a bordo durante una normale operazione di ricerca notturna, come evidenziato dalla traduzione degli stessi”.

“Dopo aver esaminato i video e aver appreso della presenza del sottomarino nella zona del soccorso – conclude la Ong – abbiamo chiesto all’Autorità giudiziaria di effettuare le verifiche del caso per stabilire se possa essere riscontrata una condotta omissiva e negligente da parte del sottomarino Venuti, essendosi esso limitato a riprendere le operazioni di soccorso dei nostri volontari senza né intervenire né quantomeno segnalare alle autorità di coordinamento degli Stati costieri la presenza di persone in difficoltà a bordo”.

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