Il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio quando era ministro dell'Interno

È iniziato il processo a carico del segretario della Lega, Matteo Salvini, a Palermo, accusato quando era ministro dell’Interno di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per il caso Open Arms, la nave che nell’agosto del 2019 rimase per quasi tre settimane in mare in attesa di un porto di sbarco. In aula, a rappresentare l’accusa, il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, il procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara e Giorgia Righi. L’accusa ha chiesto una integrazione del fascicolo con nuovi atti.

Sono stati tutti ammessi i testimoni al processo. Saranno dunque chiamati a deporre in aula il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’attore Richard Gere

La vicenda sul fronte migranti fu una delle più tormentate: dopo aver salvato 161 naufraghi, l’imbarcazione rimase in mare dal primo al 20 agosto. Le richieste di approdo rimbalzarono tra Malta e Italia finché la nave si avvicinò a Lampedusa. La svolta arrivò solo quando salì a bordo, per un sopralluogo, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio con dei medici che constatarono una situazione ormai insostenibile, con 15 persone che si erano buttate in mare nel tentativo di raggiungere la riva. La procura dispose il sequestro della nave, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio. Era il 20 agosto: la nave attraccò a Lampedusa con 83 persone a bordo.

Ventitrè le parti civili ammesse a processo: dai rappresentanti di Open Arms ad Emergency, dall’Arci a Legambiente fino agli otto migranti che erano a bordo dell’imbarcazione rimasta per sei giorni in mare per il divieto di attraccare nel porto di Lampedusa.

Legale Salvini: “Italia non doveva assegnare il porto”

“Tra tutti i documenti di cui oggi avete sentito, secondo me c’è un documento che è il cuore del processo che è questa analisi approfondita fatta da un giudice che ha emesso una sentenza ricordo a tutti definitiva – ha detto all’uscita dall’aula bunker del Pagliarelli a Palermo l’avvocato Giulia Bongiorno, legale del leader della Lega Matteo Salvini -. Non c’era quindi competenza italiana e questo significa che una nave che batte bandiera olandese e che ha la possibilità di andare in una serie di porti, a partire da Malta, è una nave rispetto alla quale il Pos (Place of safety) non doveva essere dato dall’Italia. E se non c’era un obbligo di Pos da parte dell’Italia non ci poteva essere nessun tipo di reato”.

Fondatore Open Arms: “Salvare è un dovere, chiediamo giustizia”

“Siamo qui oggi per ottenere un segnale di giustizia. Questo è il significato della nostra presenza”. Lo ha detto Oscar Camps, fondatore e direttore della ong Open arms. “Siamo qui per difendere il diritto di salvare le persone”, ha affermato.

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