L'accusa è quella di aver ideato l'attentato con due bombe alla caserma dei carabinieri di Fossano, Cuneo, del 2006, dove non si sono registrati feriti

Alfredo Cospito è considerato un membro e uno degli ideologi del movimento della Fai, Federazione anarchica informale. Lunedì 5 dicembre 2022 l’udienza al tribunale di Torino, davanti alla Corte d’Assise d’Appello: l’accusa per Cospito è quella di aver ideato l’attentato con due bombe alla caserma dei carabinieri di Fossano, Cuneo, del giugno 2006. L’attentato non ha causato vittime ma il capo di imputazione prevede l’ergastolo, anche ostativo. La condanna è già arrivata ma la Corte è chiamata a esprimersi sulla rideterminazione della pena, poiché da ‘strage’ comune il reato è diventato ‘strage politica’ (art. 285 e 422 del codice penale).

Cospito si trova infatti al regime del 41 bis nel carcere di Sassari e ha iniziato uno sciopero della fame. Come lui, anche Anna Beniamino ha iniziato lo sciopero della fame nel carcere di Rebibbia. Per lui il 5 dicembre 2022 il pg di Torino Francesco Saluzzo ha chiesto l’ergastolo, per lei 27 anni e 1 mese di carcere. A Torino subito in corteo gli anarchici: qualche disordine in città. Cospito ha dichiarato, collegato in udienza, che andrà avanti “fino all’ultimo respiro” con lo sciopero della fame. ‘Al fianco di Alfredo e Anna. Stragista è lo Stato’ recita lo striscione srotolato fuori dal tribunale. Sarebbe stato anche aggredito un barista, uscito da un locale mentre alcuni manifestanti stavano facendo delle scritte sui muri.

Per Cospito (e contro il 41 bis) sono comparsi cartelloni e striscioni in diverse città negli ultimi mesi, da Roma a Torino.

Si ritiene che l’attentato a Susanna Schlein, sorella di Elly Schlein e prima consigliera dell’ambasciata italiana in Grecia avvenuto ad Atene, possa essere collegato alla pista anarchica. E’ su questo che al momento indaga la Digos.

La storia di Cospito

Pescarese, classe ’67, Cospito è il primo caso di un anarchico al 41 bis, una disposizione introdotta nell’ordinamento penitenziario italiano con una legge nel 1986, in funzione di lotta e contrasto alle mafie. Da ottobre scorso è in sciopero della fame: dopo sei anni in regime di alta sicurezza, ad aprile, la sua condizione carceraria si è aggravata, con il passaggio al 41 bis, così come stabilito da un decreto del Ministero della Giustizia, secondo il quale Cospito, comunicando con l’esterno, manterrebbe i legami con il gruppo anarchico di riferimento.

Una decisione motivata sulla base degli scambi epistolari avvenuti, negli anni della detenzione, con altri anarchici. I magistrati di Torino hanno ritenuto che, attraverso lo scambio epistolare, Cospito mantenesse i legami con l’organizzazione di riferimento. Successivamente, i pm di Torino hanno avviato una indagine che ha portato a un procedimento nei confronti degli appartenenti alla Fai per i reato compiuto tra il 2003 e il 2006. Cospito è stato identificato quale “capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo” e condannato a 20 anni di reclusione in primo e secondo grado. Lo scorso mese di luglio, la Cassazione ha riformulato le accuse nei suoi confronti: strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo o, in altre parole, “fine pena mai”.

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