I dati Eures raccontano un fenomeno preoccupante: aumentano gli omicidi a mani nude, in 9 casi su 10 i killer sono uomini

Sono 104 le donne uccise in Italia nei primi 11 mesi del 2022 (-4,6% sul 2021), 86 delle quali uccise da compagni, familiari o ex partner. E’ quanto emerge dal nono Rapporto Eures sul femminicidio in Italia. In flessione soprattutto il numero delle vittime di femminicidi in famiglia (-12,2% rispetto ai primi 11 mesi del 2021, passando le vittime da 98 a 86), e delle donne all’interno di una relazione di coppia (pari a 50 nel 2022 a fronte di 67 dell’anno precedente, con un calo del -25,4%).

Attraverso l’analisi del fenomeno omicidiario negli ultimi 4 anni 2019-2022 (considerando i dati aggiornati al 20 novembre 2021 di ciascun anno), è possibile ipotizzare come il sostanziale annullamento delle misure restrittive dovute alla pandemia abbia determinato un incremento della criminalità comune nel 2022, che colpisce sia gli uomini (+36,6% passando le vittime maschili da 30 nel 2021 a 41 nel 2022), sia soprattutto le donne (+270%, passando da 3 a 11). Anche in termini relativi l’incidenza delle vittime uccise nell’ambito della criminalità comune passa tra le donne dal 3% nel 2020, al 3,7% nel 2021, all’11,5% nel 2022 (tra gli uomini sale al 30,8% rispetto al 17,5% del 2021).

A livello territoriale il Nord, pur segnando nell’ultimo anno una flessione del numero delle vittime (-6,7%, passando da 60 nei primi 11 mesi del 2021 a 56 nel 2022) si conferma l’area geografica più a rischio, concentrando nel suo territorio il maggior numero delle donne uccise (il 53,8% del totale italiano). Segue il Sud (con 30 vittime nel 2022, stabili rispetto all’anno precedente) e il Centro (18 vittime nel 2022 e 19 nei primi 11 mesi del 2021). Sebbene la famiglia si confermi l’ambito omicidiario fortemente prevalente in tutte le aree, al Centro Italia oltre una vittima su 4 (il 27,8% nel 2022, pari a 5 vittime, tra cui le 3 prostitute uccise dal serial killer) è stata uccisa nell’ambito della criminalità comune, a fronte di una percentuale molto più marginale al Nord (5 vittime, pari all’8,9%) e al Sud (1 sola vittima, pari al 3,4%).

Dove avvengono le violenze

Sono in particolare le grandi aree metropolitane a registrare il rischio più elevato per le donne: in cima alla graduatoria nazionale per numero di femminicidi si conferma anche nel 2022 Roma (con 8 femminicidi, a fronte dei 14 vittime del 2021). Seguono, con 5 femminicidi nel 2022, le province di Milano (in calo rispetto all’anno precedente, con 2 vittime in meno), di Napoli, Vicenza (stabili rispetto all’anno precedente) e Varese (che passa da nessun femminicidio nel 2021 a 5 nel 2022).

Quali violenze in Italia

Aumentano i femminicidi a mani nude (+26,3%, con 24 donne uccise) e in particolare quelli da percosse, che passano dai 3 casi del 2021 agli 8 del 2022, accompagnati da esplosioni di rabbia spesso derivanti dalla impossibilità di esercitare il proprio controllo sulle scelte o sui comportamenti delle vittime. Diminuiscono invece i delitti commessi con armi da taglio (da 50 a 37) che pure si confermano i più frequenti. In aumento rispetto al 2021 anche gli omicidi con armi da fuoco, cui afferisce oltre un femminicidio su 5 (23 casi in valori assoluti, rispetto ai 21 del 2021), commessi peraltro da autori che in oltre la metà dei casi “noti” avevano un regolare porto d’armi (58,8%), confermando quindi come il possesso di un’arma, pur non spiegando di per sé l’omicidio, possa spesso fungere da “acceleratore” dell’evento. Infine, meno frequente (9 “casi”, pari all’8,7% del totale), risulta il ricorso ad altri mezzi o modalità omicidiarie (quali fuoco, esplosione, veleno, precipitazione, investimento, ecc.).

Gli altri dati Eures

Oltre una vittima su 5 era inoltre straniera (22 casi nel 2022, pari al 21,2%), registrando una crescita del 15,8% rispetto al 2021, a fronte della flessione dell’8,9% delle vittime italiane (passate da 90 nei primi 11 mesi del 2021 a 82 nel 2022).

Anche nel 2022 la quota più consistente dei femminicidi familiari si sia concentrata all’interno dei rapporti di coppia, 50 casi, pari al 58,1%, registrando una flessione del 25,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, quando i femminicidi occorsi in ambito di coppia erano stati 67, arrivando ad assorbire il 68,4% del totale nazionale.

Seguono, con un ampio scarto, le madri uccise dai figli (17 casi nel 2022, in aumento di 2 unità rispetto al periodo precedente) e le figlie uccise dai genitori: 6 vittime nel 2022, con una sostanziale stabilità rispetto al biennio precedente (erano 7 nel 2021 e 6 nel 2020). Le altre “figure familiari”, vale a dire cugine, zie, nonne, nipoti, suocere e cognate raggiungono le 13 vittime, a fronte di 9 “casi” nel 2021 e 4 nel 2020).

Tra i moventi attribuiti all’eziologia dei diversi femminicidi familiari, gelosia patologica e possesso continuano a “spiegare” il 46% dei delitti commessi da coniugi/conviventi o partner/ex partner (23 vittime); seguono le liti e/o i dissapori sorti all’interno della relazione di coppia (rilevabile nel 30% dei casi) e il disagio fisico o psichico della vittima e/o dell’autore (24% dei casi nel 2022). Quando ad essere uccisa è una madre prevalgono invece i disturbi psichici dell’autore (7 casi, pari al 41,2%), mentre le motivazioni di interesse e/o economiche, complessivamente individuate come movente principale di 6 femminicidi (pari al 7%), si riscontrano infine più frequentemente nei delitti che riguardano altre figure parentali (5 vittime).

Sono in oltre 9 casi su 10 uomini (91,3% nel 2022) gli autori di omicidi con vittime femminili; il 39,8% ha tra i 45 e i 64 anni e il 33,3% tra 25 e 44 anni, a fronte del 21,5% di autori oltre sessantaquattrenni e del 5,4% con meno di 25 anni.

Nonostante l’incremento delle vittime straniere, diminuiscono invece gli autori stranieri (-50% rispetto al 2021, rappresentando il 14% del totale, a fronte dell’86% costituito da autori italiani). Poco meno di un terzo degli autori (il 30,5% nel 2022) si toglie la vita dopo aver commesso il delitto (percentuale, questa, sostanzialmente stabile negli anni): ciò accade nella totalità dei casi nei femminicidi familiari (dove l’incidenza degli omicidi-suicidi sale al 34%).

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